L’Inter vince due volte. Batte il Verona e se stessa, rimediando all’unico errore di una partita rimasta in discussione poco più di cinque minuti nella ripresa. Così i nerazzurri si riprendono il secondo posto, infilano il nono successo in campionato e giungono a quota 29, un record nelle prime 11 giornate mai toccato dal 1993-94, prima serie Acon i 3 punti per vittoria. Numeri che si sommano e spiegano cos’è l’ Inter di oggi, una squadra calata perfettamente nella realtà del suo compito. Secondo il Corriere della Seraa Verona la formazione di Spalletti mostra per un attimo un doppio volto: precisa e concreta nel primo tempo, autolesionista a inizio ripresa, feroce nel riprendersi la partita quando conta, sfruttando il colpo da fuori di Perisic.
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CorSera – L’Inter si riprende il secondo posto con il minimo sforzo
Nel posticipo, i nerazzurri passano a Verona e tornano al secondo posto
I campioni fanno la differenza sempre e il Verona, ancora penultimo, non ne ha. Il punteggio stretto non deve confondere, l’Inter pur non mostrando la brillantezza vista nella prima ora contro la Samp, è stata con costanza padrona del campo, ha rischiato quasi nulla e sofferto qualcosina quando ha potuto permetterselo. È stato Borja Valero, inamovibile uomo simbolo della squadra, a trovare la prima rete stagionale e ad aprire un match sulla carta senza discussioni, divenuto però complicato in un breve tratto di ripresa. L’impressione di un Verona in grado di reggere l’urto è stata più illusione che verità. L’Inter si è avviata morbida, senza rischiare nulla, con Handanovic mai chiamato a intervenire. Sempre padrona del campo, prima si adatta al ritmo della partita, la capisce, la gioca con logica in attesa di un gol scritto. Il Verona, schierato da Pecchia con ordine ma rinunciando a Pazzini in attacco, ha qualche buono spunto in accelerazione, ma è nullo sull’allungo. Così l’Inter può palleggiare con una calma orfana di pressioni e la consapevolezza di avere nel suo mazzo tutte le chiavi per aprire la seconda difesa più battuta del campionato.
I gialloblù sono una frolla, sbriciolata dal primo cross vero di Candreva, appoggiato in gol in totale libertà da Borja Valero. Tutto regolare e nel naturale andamento di un campionato spaccato, dove pesi massimi affrontano combattivi pesi piuma destinati a soccombere. L’imprevedibilità però ce la mette la stessa Inter regalando con un disimpegno sbagliato
di D’Ambrosio e un’uscita a valanga di Handanovic su Cerci un rigore evitabilissimo. Occorrono tre minuti buoni all’arbitro Gavilucci e alla Varper assegnare il penalty. A trasformarlo è Pazzini che s’alza dalla panchina, entra in campo e segna. Un pareggio più casuale che meritato. Il tentato suicidio nerazzurro è cancellato in un attimo e perdonato dalla violenta sassata che Perisic scarica da fuori area, ristabilendo l’ordine di una partita indiscutibile. Quella nerazzurra è una vittoria di mentalità, una presa di coscienza di forza e maturità. Se è vero che a decidere il campionato saranno gli scontri diretti è vero anche che non bisogna fallire su questi campi. E l’Inter è una lezione che ha finalmente compreso.
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 31/10/17)
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