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CorSera – L’Inter vuol cancellare il disastro di un anno fa. Montella cauto…

Francesco Parrone

«Il pallone è quello giallo», cantava la curva Fiesole il 17 febbraio 2013, con la Fiorentina in vantaggio di quattro gol (due di Ljajic e due di Jovetic) e l’Inter a pezzi (il 4-1 di Cassano al 42’ della ripresa) per la partita di Europa...

«Il pallone è quello giallo», cantava la curva Fiesole il 17 febbraio 2013, con la Fiorentina in vantaggio di quattro gol (due di Ljajic e due di Jovetic) e l’Inter a pezzi (il 4-1 di Cassano al 42’ della ripresa) per la partita di Europa League di tre giorni prima e per lo choc legato all’infortunio di Milito. Un anno dopo, i nerazzurri provano a dimenticare la notte delle streghe in uno stadio che ha visto anche grandi partite interiste e due ai tempi di Mancini restano fra le gare più belle del periodo vincente (2005-2011). L’Inter non vince in trasferta dal 3 novembre; poi un pareggio (a Bologna) e quattro sconfitte (Napoli, Lazio, Genoa e Juve, più l’Udinese in Coppa Italia); la Fiorentina ha vinto cinque delle ultime sei gare di campionato in casa ed è reduce dal 2-0 all’Udinese, che vale la finale di coppa dopo un’attesa durata 13 anni. Mazzarri ha nascosto le scelte, ma dovrebbe aver recuperato Hernanes e Milito, dopo una settimana tormentata e fra i convocati c’è Cambiasso (ma non Kovacic), che si era infortunato con il Catania (26 gennaio). Tutto porta all’idea di riproporre la squadra dell’1-0 al Sassuolo (Milito-Palacio in attacco), anche perché Icardi sta ancora recuperando e, quando sarà pronto, forse sarà finito il campionato; D’Ambrosio sta assimilando i nuovi codici; la difesa a 4 è ancora da costruire. Il tecnico ha spiegato che «l’1-0 al Sassuolo ha fatto molto bene al morale della squadra, ma deve spingerci a trovare continuità». Ha ricordato che la rosa «è persino troppo ampia; per questo sto cercando di aumentare la competitività all’interno del gruppo perché nessuno si senta sicuro del posto». A De Laurentiis, che, con la finale di Coppa Italia in tasca, non ha perso occasione per stuzzicare un’altra volta il tecnico che aveva cambiato il Napoli, ha riposto: «Mi dice certe cose per troppo amore, visto che ha cercato di trattenermi fino all’ultimo. E poi siamo a San Valentino...».

La Fiorentina ha otto punti in più dell’Inter (44 a 36), ma anche una stagione di vantaggio nella costruzione della squadra, visto che ha deciso di voltare pagine e ripartire con Montella e un nuovo gruppo già nel 2012, mentre i nerazzurri, assemblati per arrivare in Champions, erano finiti stritolati dagli infortuni e dalle tensioni interne. Montella è stato molto cauto: «La squadra è un po’ stanca per la semifinale di Coppa Italia; sarà importante il recupero fisico e mentale; ci aspetta una partita difficile in assoluto, che lo è ancora di più in queste condizioni. L’Inter ha grandissimi campioni; Hernanes è un grande; l’allenatore anche, visto che viene da un secondo posto. Oggi voltiamo pagina e dovremo mettere qualcosa in più; l’entusiasmo va controllato, perché altrimenti diventa euforia e quindi presunzione». Non c’è Borja Valero, squalificato; Gomez partirà in panchina, però in attacco c’è Matri, che sa come si fa gol agli interisti, visto che da juventino aveva firmato il 2-1 a San Siro il 30 marzo 2013. Si gioca davanti a spalti gremiti. Come ai vecchi tempi.