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CorSera – Mancini, la tensione è evidente. Nelle interviste c’è…

Mancini

Mancini non nasconde l’insoddisfazione: toni accesi nell’incontro con l’a.d. Bolingbroke a Brunico. Solo il summit con Zhang a New York definirà il futuro

Francesco Parrone

Il Corriere dello Sport dedica spazio alla situazione di Roberto Mancini all'Inter. A breve un vertice con la proprietà per fare chiarezza: "L’Inter parte, sì, ma per dove? La risposta facile è Portland, dove la squadra sbarcherà nelle prossime ore per cominciare la tournée americana che durerà fino all’1 agosto. Ma qual è la destinazione vera, quella più lontana e importante, che ha a che fare con le idee, gli investimenti e magari un po’ di passione? Qui rispondere è difficile, perché ovunque ci si gira è confusione.

L’ultimo caso di un inizio stagione tutt’altro che sereno riguarda Roberto Mancini. La sua tensione è evidente, così come la sua delusione per come è iniziata l’era Suning: non informato del cambio di proprietà, poi poco coinvolto («Non parliamo nemmeno la stessa lingua…»), mai interpellato per un rinnovo del contratto, ignorato sui consigli per gli acquisti (Yaya Tourè, Candreva, Zabaleta) e ieri disilluso definitivamente su Joao Mario: Suning ha provato a prenderlo in chiusura del mercato cinese per girarlo in prestito all’Inter, ma lo Sporting Lisbona ha risposto picche. Joao addio.

Ecco perché nelle interviste il Mancio è chiaramente scocciato, passa dal monosillabo al sarcasmo, non dissimula l’inquietudine, forse la tristezza. Thohir — sempre più presidente senza portafoglio — ha inviato l’a.d. Bolingbroke in ritiro per una missione di pace. Il blitz Los Angeles-Riscone-Los Angeles ha prodotto però una fumata nera, pare anche per i toni accesi della discussione. E se la società ricorda giustamente a Mancini che il fair play finanziario è una norma e non un vezzo, forse il tecnico aveva avuto altre promesse. Così, quando giovedì sera il Mancio ha improvvisamente lasciato in anticipo il ritiro, finito ieri, le voci apocalittiche sono subito scattate. Lascia l’Inter? Mannò. Semplicemente, informa la società, doveva risolvere a Milano delle pratiche burocratiche per il viaggio in Usa.

Le suggestioni sommate alle dichiarazioni («Non voglio essere un peso, sono pronto a farmi da parte», ha detto al Guerin Sportivo) sono però abbastanza per insinuare che forse il Mancio — che abbia o no un’offerta alternativa — aspetta solo di definire l’entità della buonuscita e per ipotizzare già il suo sostituto: al borsino odierno uno tra Prandelli (già contattato a suo tempo da Suning per la sua squadra cinese), Leonardo o addirittura Bielsa. Il caso Mancini si aggiunge al caso Icardi e alle preoccupazioni di un popolo che già frigge. Dopo l’1-2 con il Cska Sofia sono arrivati dei fischi. Senza senso, perché a luglio non si fischia.

Il portiere Carrizo però ha cercato di sistemare da sé la faccenda con un contestatore ed è stato fermato dal servizio di sicurezza. Non sono bei segnali. L’Inter insomma ha i nervi tesi e se li terrà probabilmente fino al 27 luglio, giorno del summit di New York tra Mancini e Zhang. Allora, possibilmente con un buon interprete, i due potranno dirsi tutto quello che pensano. Comunque vada, all’Inter potrà fare solo bene".

(Fonte: Alessandro Pasini, Corriere della Sera 16/07/16)

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