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CorSera – Mazzarri senza parole né alternative, a Parma è uno spareggio…

Francesco Parrone

Dopo 33 vigilie di domande, parole e promesse, Walter Mazzarri ha scelto il silenzio prima di questo Parma–Inter, che rappresenta qualcosa di simile a uno spareggio per il quinto posto e l’Europa League. Il silenzio non soltanto legato al...

Dopo 33 vigilie di domande, parole e promesse, Walter Mazzarri ha scelto il silenzio prima di questo Parma-Inter, che rappresenta qualcosa di simile a uno spareggio per il quinto posto e l’Europa League. Il silenzio non soltanto legato al traffico del venerdì pre-pasquale (allenamento al mattino, pranzo frugale, partenza, coda sull’Autosole), ma anche al fatto che arrivati a questo punto della stagione, per gli interisti c’è poco da dire, soprattutto perché giocano su un campo dove hanno vinto appena tre volte dal 1990-1991 (primo campionato del Parma in A): 22 dicembre 2002, 2-1 (gol di Di Biagio, Mutu e rigore di Recoba; Cuper in panchina); 12 novembre 2006, sempre 2-1 (Ibrahimovic, Budan e Cruz) e 18 maggio 2008, 2-0 (doppietta di Ibrahimovic), Mancini sempre in panchina e scudetto n. 16 nel diluvio.

Nel post-triplete (1-1 con Mourinho), i nerazzurri hanno sempre perso. È anche per questo che Rolando ha parlatodi «partita difficilissima; dobbiamo ripetere quanto fatto a Genova». Il Parma sta giocando un grande calcio, come indica anche il fatto che la squadra di Donadoni segna da 11 giornate consecutive (21 gol totali, media 1,90 a partita). L’Inter viene dai quattro gol alla Sampdoria e da una settimana vivacizzata dai messaggi di Icardi, reduce da due doppiette consecutive (prima con il Bologna e poi a Genova). Mazzarri ripropone la squadra del 4-0 a Marassi, con una variante obbligata: Campagnaro al posto di Ranocchia, squalificato. La curiosità del match è legata al nome di Cassano, che è guarito e che guiderà il Parma contro la sua ex squadra. Ha detto Donadoni: «I ragazzi fin qui hanno fatto qualcosa di straordinario, ma vogliono migliorare ancora, per chiudere la stagione alla grande. Arriva una squadra con grandi risorse tecniche, un potenziale da primi tre posti». Ma anche il Parma non deve essere male, se Prandelli ha convocato quattro giocatori nello stage di questa settimana con vista sul Mondiale (Mirante, Paletta, Parolo e Cassano).

Mazzarri continua a raccogliere attestati di stima (ma Mihajlovic ha detto: «Con me Icardi non si sarebbe mai comportato come ha fatto domenica»), dal presidente Thohir, che sta per tornare (martedì), dalla società, dai giocatori. Ieri è toccato a don Rodrigo Palacio (a Mediaset), l’uomo più decisivo fra i nerazzurri (20 punti su un totale di 53): «Ci aspetta una gara molto importante e va giocata come una finale. Finora ci è mancata la continuità; non abbiamo vinto tante gare di fila e questa ha fatto la differenza fra noi e le squadre che ci stanno davanti. È giusto che Mazzarri rimanga; standogli vicino, seguendo le sue indicazioni, faremo bene il prossimo anno». Il momento è oggettivamente delicato, perché l’Europa è diventata una meta obbligata per una società che vuole tornare ad avere un profilo internazionale, in linea con la denominazione sociale e la storia. È anche per questo che Massimo Moratti è salito un’altra volta ad Appiano (giovedì). Non per una questione di scaramanzia, ma perché un gruppo ha bisogno anche di un punto di riferimento autorevole. Per non sentirsi solo.