ultimora

CorSera – Mazzarri, una vigilia alla Mourinho. Lui allontana gli accostamenti…

Francesco Parrone

Con un colpo di mano, l’Inter è riuscita a sorprendere le forze che da giorni la assediano ad Appiano, ha raggiunto la stazione Centrale di Milano, è salita sul Frecciarossa ed è arrivata a Coverciano. Stasera c’è la Fiorentina e Walter...

Con un colpo di mano, l’Inter è riuscita a sorprendere le forze che da giorni la assediano ad Appiano, ha raggiunto la stazione Centrale di Milano, è salita sul Frecciarossa ed è arrivata a Coverciano. Stasera c’è la Fiorentina e Walter Mazzarri non ha fatto nulla per nascondere la tensione del momento: «Noi insieme contro tutti? Spero che i giocatori abbiano sposato questo concetto e mi auguro di far vedere a Firenze, sul campo e in una partita difficilissima, quello che ci siamo detti in questi giorni. La squadra c’è e lotteremo fino alla fine. Ci aspetta un avversario che non dà punti di riferimento e che gioca benissimo, palla sempre a terra».

Non è chiaro chi sia il regista di questo disegno anti-interista, però se ha reagito in questo modo a una settimana agitata dall’ 1-4 con il Cagliari avrà avuto riscontri precisi. «Ho visto cose che non mi piacciono e reagisco così. È un modo per caricare i giocatori. Quando sento cose giuste, le analizzo con attenzione; quando invece sento ingiustizie reagisco così. Credo di avere abbastanza esperienza e di essere preparato come tecnico, ma conosco tutto e so che alcuni critici influenzano la gente allo stadio che si fa un’idea non reale della realtà». Qualcuno ha evocato la famosa frase di Mourinho sul «rumore dei nemici». Mazzarri ha chiarito: «L’accostamento mi fa molto piacere perché Mourinho è un grande manager, ma quella era un’Inter diversa. Io penso sempre alla squadra, anche di notte. Però è meglio lasciare da parte gli accostamenti».

Forse la situazione è più semplice di quanto possa apparire: sono i risultati e il tipo di partita che si fa a orientare il pensiero comune, perché a volte il calcio è più semplice di quanto possa apparire. La sconfitta con il Cagliari (anche se in dieci contro undici; a parità di uomini il risultato era di 1-1) ha incrinato quelle che sembravano certezze acquisite; la gara con il Qarabag, seppur vinta 2-0 (con qualificazione in Europa League già ipotecata), non è stata entusiasmante, anche se le spiegazioni non mancano, compresa la qualità dei giocatori azeri, forti fisicamente (l’Europa League è una coppa «fisica», molto più della Champions League, dove vince la tecnica). I nerazzurri hanno costruito quattro occasioni e segnato due gol. Un po’ poco per i caroselli in città. Se l’Inter dovesse ripetere il 2-1 del 15 febbraio a Firenze (Palacio, Cuadrado e Icardi), è facile immaginare che anche le critiche risulterebbero annacquate, ma per l’Inter sarebbe già importante scoprire di aver recuperato il senso del gioco visto con il Palermo e l’Atalanta; il fatto di incontrare una squadra che pensa e gioca da grande (anche se i problemi contingenti in attacco l’hanno portata a non fare gol a Firenze contro Genoa e Sassuolo) può anche non essere un handicap, viste le caratteristiche dei nerazzurri. Come ha ricordato Mazzarri «serve attenzione e non tensione». Appunto. Caricare troppo le partite significa andare in campo già stanchi (e questo spiega i crampi di giovedì in coppa) e ieri non è stata certo una vigilia senza stress. Nel calcio di oggi, intensità e determinazione contano moltissimo, ma conta anche la qualità del gioco e la capacità di essere squadra.