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Ha voluto l’Inter e adesso non gli resta che pedalare forte perché la strada è tutta in salita, già dalla prima tappa.Sereno è sereno Walter Mazzarri e non ha perso il grande entusiasmo che aveva il primo giorno della presentazione alla Pinetina, ma confidava di debuttare in campionato, sulla panchina che inseguiva da oltre un anno, con una squadra untantino diversa. E, invece, oggi contro il Genoa l’ex tecnico del Napoli si ritrova a dover schierare 10 reduci della squadra arrivata nona in campionato.
Chissà quanto gli avrebbe fatto comodo uno come Dejan Stankovic (326 presenze, 42 reti) che prima della partita saluterà compagni e tifosi, dopo 10 stagioni con l’Inter impreziosite da qualche gol indimenticabile, come quello realizzato a Marassi proprio contro il Genoa (17 ottobre 2006, 5-0, nell’anno del Triplete). Mazzarri è l’unica certezza interista ma deve provare a vincere tante, forse troppe scommesse senza confidare troppo in quello che potrebbe arrivare negli ultimi giorni di mercato.
La prima: dare alla squadra una precisa impronta tattica per evitare di concedere tutto quello che ha concesso (57 gol subiti solo in campionato) agli avversari nella passata stagione. Il tecnico ha le idee chiare: «Giorno dopo giorno vedremo dove potrà arrivare l’Inter. In settimana abbiamo provato a correggere tante situazioni tattiche che ho visto contro il Cittadella, ma serve tempo perché partiamo quasi da zero con una squadra che è stata ringiovanita».
Non rinforzata perchè il talento dei vari Icardi, Belfodil e Taider è ancora tutto da sperimentare ad alti livelli, e qui il tecnico dovrà vincere un’altra scommessa. Dei tre giovanotti quello che sinora lo ha convinto di più è l’ex centrocampista del Bologna («Giocatore eclettico, duttile, può fare sia il mediano sia il centrale, uno dei tre ruoli centrali nel centrocampo a 5»): Taider dovrebbe entrare nel secondo tempo al posto di Kovacic, che non è ancora in condizione di stare in campo per 90 minuti, e che Mazzarri vorrebbe trasformare in centrocampista avanzato (altra scommessa), un po’ come ha fatto a Napoli con Hamsik. Serve tempo, invece, per far crescere Icardi e Belfodil, che non occupano certo i primi postinella classifica degli attaccanti prediletti da Mazzarri.
«Devono fare in fretta quel passo che ha dovuto fare, per esempio, Insigne nel Napoli perché quando da una squadra di media fascia si arriva in un grande club cambiano tante cose». E in attesa che i due se ne rendono conto tocca ad Alvarez fare coppia in avanti con Palacio nella speranza che il fantasista trovi quella continuità che non ha mai avuto nella passata stagione. Al resto dovrebbero provvedere i tifosi (sinora già 27.412 abbonati) ai quali Mazzarri ha rivolto un paio di appelli. «No al razzismo, sì ai fischi,masolo alla fine se lo spettacolo non è piaciuto,madopo aver sostenuto la squadra per tutta la gara». Come si è raccomandato pure Cambiasso alla partita numero 400 con la maglia dell’Inter.
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