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CorSera – Mercato, ci sarà  il colpo. Thohir ha a cuore l’Inter come Moratti il Basilea

Francesco Parrone

Diventerà l’Inter di Erick Thohir, ma al momento è ancora l’Inter di Moratti. Perché lui l’ha pensata e lui l’ha costruita. Domenica, all’ora dell’esordio con il Genoa a San Siro (le 18), si avranno i primi...

Diventerà l’Inter di Erick Thohir, ma al momento è ancora l’Inter di Moratti. Perché lui l’ha pensata e lui l’ha costruita.Domenica, all’ora dell’esordio con il Genoa a San Siro (le 18), si avranno i primi riscontri dell’anomala estate nerazzurra. Mai in questi diciotto anni i riflettori erano rimasti accesi sull’assetto societario, che aveva rappresentato una certezza granitica. Mai si era immaginata un’Inter senza Moratti. Nemmeno l’accordo del 1° agosto 2012 con i cinesi era stato vissuto come una svolta. Invece la primavera di quest’anno ha chiarito che i tempi cambiano, le situazioni si evolvono (inmeglio o in peggio sarà la storia a giudicare) e che guidare l’Inter, rimanendo sempre esposto in prima persona, come è toccato al presidente, è una responsabilità enorme.

Che alla fine logora. Fra i tanti momenti complessi che il presidente ha vissuto, quando non tutto funzionava e quando c’era qualcosa da aggiustare, questo è quello emotivamente più delicato e non soltanto perché c’è sempre il sospetto che Thohir abbia a cuore il futuro dell’Inter come Moratti le sorti del Basilea. In attesa di ciò che sarà, c’è il presente. Moratti ha cercato di rifare l’Inter, dopo il nono posto e l’Europa mancata. Ha scelto il migliore degli allenatori possibili e disponibili,Walter Mazzarri, uno che, con la concretezza, la cultura del lavoro, l’esperienza e le sue intuizioni, non ha mai sbagliato una stagione e ha cercato di allestire una squadra in linea con i tempi, più aperta ai giovani rispetto a quelladi un anno fa, che era stata costruita per abbattere il monte ingaggi, ma anche per arrivare in alto e che invece si è fermata a metà.

Il mercato è ancora aperto: c’è tempo per nuovi interventi, per correggere qualcosa, per aumentare l’esperienza di un gruppo, che deve diventare ancora squadra e soprattutto per sfoltire la rosa. L’Inter non gioca in Europa, ma ha uomini in soprannumero per le 38 partite di campionato (più Coppa Italia). La gara con il Genoa chiarirà fino a che punto il cantieredeve considerarsi aperto e quali sono le certezze del momento. Gli acquisti non hanno eccitato i tifosi, abituati ai fuochi d’artificio, ma sono stati fatti nel segno della concretezza: Campagnaro (33 anni) è l’uomo che può dare esperienza e stabilità alla difesa, che traballa ancora; Andreolli è un’alternativa interessante.

C’è grande curiosità intorno a Wallace (19 anni), inviato in prestito da Mourinho e per Taider (1992) in mezzo alcampo; in attacco, spazio ai giovani, con Icardi (classe 1993) e Belfodil (1992) e alla speranza di recuperare in frettaMilito (domani in campo con la Primavera con il Brescia). Mazzarri ha riportato l’idea del lavoro al centro di tutto, ma,anche se la svolta societaria è vicina, resiste l’idea che Moratti farà un grande colpo, come aveva accennato il9 luglio. Il nome è noto, Samuel Eto’o ha molto guadagnato lasciando l’Inter nel 2011, ma è finito lontano dal grande calcio e gradirebbe ritornare. L’offerta nerazzurra prevede un contratto biennale, con ingaggio oltre il tetto attuale, ma per lui si può fare un’eccezione.

Poi dipenderà da Eto’o decidere se la nostalgia conta più dei soldi. La nostalgia tocca anche Leonardo. Ieri ha discusso con il comitato olimpico francese il ricorso per la squalifica di 14 mesi per la spallata data all’arbitro dopo la partita fra Psg Valenciennes. Uno stop che l’ha convinto a dimettersi. A Sky Sport 24, ha detto: «Avevo lasciato troppo presto il Paris St. Germain da giocatore e sono tornato per completare il progetto. La stessa cosa può essere all’Inter, dove sono rimasto appena sei mesi. Non ho mai parlato con Thohir, ma con l’Inter i contatti sono continui, anche se non c’è niente di concreto». Leonardo è stato il tecnico dell’ultimo successo interista: laCoppa Italia 2011. Poi il buio, che ha orientato Moratti a cercare un nuovo assetto azionario per il club.