ultimora

CorSera – Moratti alla ricerca di partner economici. Trattativa possibile…

Trovare nuove soluzioni per l’Inter è diventata un’operazione non indispensabile, ma necessaria per aumentare il potenziale economico del club, per dargli un assetto più equilibrato, per non sottovalutare le regole imposte dall’Uefa...

Francesco Parrone

Trovare nuove soluzioni per l’Inter è diventata un’operazione non indispensabile, ma necessaria per aumentare il potenziale economico del club, per dargli un assetto più equilibrato, per non sottovalutare le regole imposte dall’Uefa attraverso il Financial Fair Play. Il nuovo sistema europeo di controllo dei conti entrerà a pieno regime dal 2014-2015, ma occorre prepararsi con gradualità al momento in cui i club potranno spendere soltanto quanto avranno ricavato.

Quando Massimo Moratti era diventato presidente dell’Inter (13 aprile 1995), l’idea era quella di avviare un progetto del tutto nuovo per l’Italia, legato all’azionariato popolare. Le caratteristiche del nostro calcio hanno dimostrato l’impossibilità di seguirequesta strada; ora però, dopo 18 anni il presidente sta verificando la possibilità di imboccare nuove vie.

Dopo l’assemblea Saras, Moratti ha confermato che sono in corso trattative per l’ingresso di un azionista straniero nell’Inter, in linea con quanto emerso nell’ultima settimana, con tre gruppi di potenziali acquirenti (di minoranza), uno statunitense, unokazako e uno del Nord Europa: «Non sono state scritte inesattezze perché l’interesse di alcuni gruppi c’è ed è reale. E ho visto che sono stati nominati Paesi, che potrebbero essere quelli giusti. È ancora difficile prevedere con precisione i tempi, perché bisogna mettere d’accordo le due parti. Per il momento siamo agli approcci iniziali, ma devono confluire gli interessi di chi vende e di chi compra qualcosa. Di tutti i possibili partner, se chiuderemo, chiuderemo con uno solo, perché una composizione troppo variegata della società potrebbe essere negativa e creare confusione».

La trattativa è possibile, perché «il fascino dell’Inter in certi Paesi rimane notevole come potenziale commerciale e di collaborazione. E per me tutto ha grandissima importanza». Resta un grosso problema: «Spiace non riuscire a raggiungere questa benedetta Champions League, perché partecipare o restare fuori fa una differenza spaventosa nei conti e nell’immaginedel club».

E in questo momento servirebbe moltissimo rientrare nell’Europa dei grandi, dopo un anno di purgatorio (costoso nei numeri e negli uomini) in Europa League. Per questo potrebbe farsi strada la tentazione di cedere Handanovic, se l’offerta fosse davvero di 30 milioni (Barcellona): «Non sono a conoscenza di nessuna offerta. Handanovic è una colonna della società e cerchiamodi tenerlo». Così come il presidente non appare convinto dell’idea di prendere Alexis Sanchez: «Un ottimo giocatore, ma è difficile da prendere e poi a fare la differenza sono altri.

Per noi è fondamentale la costruzione della squadra, cominciando da una difesa che non prenda gol; là davanti abbiamo sempre segnato». Il messaggio per il presente è chiaro: «Serve la massima tensione. Come con il Parma. E non sarebbe male se si riuscisse a recuperare qualcuno. Il calendario non è facile, ma finora le partite peggiori le abbiamo fatte contro le squadre piccole quando, in teoria, doveva essere tutto più facile».

Resta l’orgoglio per quanto è stato. Il crollo del Barcellona contro il Bayern ha restituito un sorriso al presidente, nel ricordo di quello che ha fatto l’Inter: «Ho visto solo una parte del match. Ormai il Bayern possiamo batterlo solo noi... E lo abbiamo fattoaddirittura due volte», in meno di un anno, tra la finale diMadrid (22 maggio 2010) e gli ottavi di Champions League (15 marzo 2011), quando c’era Leonardo. Tornerà? «Lui sta bene lì, a Parigi, e noi non abbiamo una società che sul mercato si può esprimere con la generosità del Psg».