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CorSera – Moratti alla squadra: “Non è cambiato niente”. E l’essere interisti…

Francesco Parrone

Ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e azionista di riferimento del Sassuolo, che oggi all’ora di pranzo gioca con l’Inter, al Giglio di Reggio Emilia (stadio esaurito): «Sono curioso di vedere chi arriva dell’Inter: se...

Ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e azionista di riferimento del Sassuolo, che oggi all’ora di pranzo gioca con l’Inter, al Giglio di Reggio Emilia (stadio esaurito): «Sono curioso di vedere chi arriva dell’Inter: se arriva Thohir o arriva Moratti». Salvo sorprese, arriva Moratti. Per la delusione dei tanti fan del magnate indonesiano, il presidente nerazzurro è ancora lui, anche perché, come ha avuto modo di spiegare a Mazzarri e alla squadra, ieri, ad Appiano Gentile (bella rifinitura, pranzo sereno, gruppo compatto, motivato, attento e consapevole, un buon clima generale), «non è stato fatto ancora nulla e non è cambiato niente. Stiamo parlando e vedremo come andrà a finire». È vero che molto è stato fatto nel vertice di mercoledì a Parigi, ma la trattativa non è stata ancora conclusa e questa è una partita che, come quelle sul campo, si chiude oltre il 90’ con le firme. Al di là di ciò che sarà, Moratti ha voluto sottolineare con Mazzarri e con i giocatori «il significato e l’importanza dell’essere interisti», come si è capito anche in questi mesi di trattative, che hanno confermato il valore del brand Inter.

Moratti è deciso a presentarsi a Reggio Emilia non per inseguire il tempo perduto (2 aprile 1995, undici giorni prima di diventare presidente, era presente all’1-0 interista sulla Reggiana con gol di Bergomi, ma allo stadio Mirabello), ma perché curioso di osservare l’Inter, che è partita forte, nel segno di Mazzarri. Il presidente ha fatto i complimenti alla squadra, ma ha insistito sulla necessità assoluta di vincere con il Sassuolo, per non rovinare la buona partenza (7 punti), prima di affrontare tre gare che molto diranno sul potenziale della squadra (Fiorentina e Roma a San Siro, con in mezzo il Cagliari). L’ultima apparizione morattiana in trasferta in campionato risale al 9 marzo 2012, 2-0 al Chievo (Samuel e Milito). Per questo la sua presenza ha il sapore di un evento di forte significato, in un momento cruciale. Mazzarri ha spiegato come si può metabolizzare la staffetta ai vertici del club: «Credo di averla vissuta nel modo giusto, come deve fare un allenatore, concentrandosi sul campo e non pensando a cose che non tocca a noi controllare. Il presidente ci ha dato grande serenità anche in queste ore; ci ha esortato a non distrarci ricordandoci che gare come questa sono le più difficili. Mi ha aiutato a chiedere ai giocatori la massima attenzione; li ha spronati a dare il massimo per far sì che l’Inter vada sempre più in alto. Tutto quello che fa è per il bene dell’Inter».

Da uomo di campo, Mazzarri sa bene che la gara di oggi può essere una trappola: «I complimenti dopo la Juve mi hanno fatto piacere, ma ora bisogna dimenticare quello che abbiamo fatto contro la Juve. L’Inter ha ricominciato ora a guadagnarsi il rispetto. L’esperienza mi ha insegnato a fare come in questa settimana per tenere alta la tensione. Da martedì ci siamo proiettati sul Sassuolo e basta. Ho avvisato i giocatori che troveremo una squadra che ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Ma se facciamo il nostro, possiamo giocare una partita importante. E sono curioso di vedere come ci comporteremo».

Contro il Sassuolo, l’Inter taglia il traguardo delle 2.700 partite in serie A da quando c’è il girone unico (spareggi esclusi); essendo la sola squadra ad aver sempre giocato in A, è anche la prima a centrare questo obiettivo. Il bilancio (2.699 partite disputate): 1.338 vittorie, 757 pareggi e 604 sconfitte; 4.532 i gol segnati, 2.793 quelli subiti. Prima partita: 6 ottobre 1929, 2-1 a Livorno. Non soltanto un rilievo statistico, ma un riferimento utile anche a Thohir. Perché studiun po’ della storia dell’Inter.