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CorSera – Non serve l’Inter perfetta, solo concentrazione. Shaq in panchina…

Francesco Parrone

Stasera nel ritorno degli ottavi con il Wolfsburg, l’Inter saprà se la corsa in Europa è arrivata al capolinea prima che arrivi la primavera. Oppure se, dopo quattro anni, i nerazzurri torneranno a giocare i quarti di finale di una coppa...

Stasera nel ritorno degli ottavi con il Wolfsburg, l’Inter saprà se la corsa in Europa è arrivata al capolinea prima che arrivi la primavera. Oppure se, dopo quattro anni, i nerazzurri torneranno a giocare i quarti di finale di una coppa europea. Non serve l’Inter perfetta, ma quella che non si è mai vista: attenta, concentrata, pronta a colpire e non a essere colpita. Quattro anni fa, con Leonardo, la squadra era più forte, ma la situazione era più complessa, perché l’Inter aveva perso a San Siro contro il Bayern in Champions League (0-1) ed era stata costretta a vincere 3-2 all’Allianz Arena. La storia nerazzurra è ricca di rimonte e anche a questo ha fatto appello Mancini, sapendo che sarà una notte complicata, dopo la sconfitta di Wolfsburg (3-1): «Io sono sempre ottimista, a volte anche troppo perché penso che la squadra possa fare cose straordinarie e finché c’è la speranza bisogna provarci. Fino in fondo e senza avere fretta. Un 2-0 è sempre possibile. Sarebbe una grande cosa rimontare il Wolfsburg. Come squadra abbiamo bisogno di una serata che ci dia morale per il presente e per il futuro; serve una scintilla». E ha indicato tre motivi per cui l’Inter ha il dovere di credere nella rimonta: «Perché tutte le coppe vinte dall’Inter sono state piene di serate con rimonte clamorose, da Trapattoni a Simoni; perché una serata senza errori prima o poi capiterà anche a noi e stasera può essere l’occasione giusta; perché i giocatori ci credono e meriterebbero la qualificazione, anche per l’impegno che mettono in allenamento». 

Mancini guarda al presente («credo che avremmo dovuto avere 5-6 punti in più») e al futuro: «Sto benissimo all’Inter, rimarrò qui per costruire una squadra che vincerà nei prossimi anni, su questo non ci sono dubbi». Ma molto passa dal Wolfsburg: «Dobbiamo fare una partita con la testa sapendo che i gol possono venire in qualsiasi momento, l’ideale sarebbe che il 2-0 arrivasse all’89’. Loro ci aspetteranno e faranno una partita diversa rispetto all’andata. Dobbiamo costruire il successo passo dopo passo, senza farci prendere dall’ansia del 2-0. E se dovessimo segnare l’1-0 diventerà difficile anche per il Wolfsburg». Qualche dubbio sull’Inter resterà fino all’ultimo momento (Shaqiri in panchina), di certo ci sarà ancora Juan Pablo Carrizo, che all’andata molto ha sbagliato, ma che resta il portiere di Europa League. Dieter Hecking, ex poliziotto e allenatore del Wolfsburg ad alto gradimento, ha finto di essere preoccupato («abbiamo il 51% di possibilità di passare il turno»), ma si considera già nei quarti, dove invece vuole arrivare Erick Thohir, che ha spedito un messaggio ai giocatori attraverso il sito nerazzurro: «È una partita di quelle che vale la pena giocare; è un’emozione di quelle che vale la pena vivere. Credo in voi che scenderete in campo per dare tutto, in nome di una notte che può regalare il sapore dell’impresa: so quanto sia difficile la sfida che ci attende, ma so anche quanto amiate i colori che indossate, quanto ci teniate a dimostrarlo. I tifosi saranno a San Siro per spingervi, fino all’ultimo istante. Io farò altrettanto insieme a milioni di altri fan in tutto il mondo. Crediamo in voi. Forza Inter».