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CorSera – Palacio out, Sabella rischia Campagnaro. Mazzarri tocca ferro…

Francesco Parrone

Dopo Milito, Palacio. All’Inter non possono non essere in apprensione anche perché Alvarez ha una distorsione alla caviglia sinistra e Mazzari corre il rischio di ritrovarsi per la trasferta contro il Toro solo con due attaccanti (Icardi e...

Dopo Milito, Palacio. All’Inter non possono non essere in apprensione anche perché Alvarez ha una distorsione alla caviglia sinistra e Mazzari corre il rischio di ritrovarsi per la trasferta contro il Toro solo con due attaccanti (Icardi e Belfodil) a disposizione. Dunque Palacio, dopo aver segnato uno dei 3 gol rifilati dall’ Argentina al Perù, è stato sostituito a 9 minuti dalla fine da Lamela. Diagnosi in arrivo dal ritiro della sua nazionale: lieve contrattura al muscolo ischio tibiale della gamba sinistra. Niente di particolarmente grave, ma abbastanza per generare ansia in una squadra che, in questa settimana, ha già perso Milito per almeno un mese.

Per ora l’unica certezza è che Palacio non giocherà contro l’ Uruguay, in compenso il cittì Sabella è intenzionato a sostituirlo con Icardi e a mandare in campo pure Campagnaro che l’Inter non aveva fatto giocare contro il Cagliari e la Roma per una fascite plantare. A Mazzarri, insomma, non resta che toccare ferro in attesa di riavere tutti i nazionali alla Pinetina dove ieri pomeriggio l’Inter ha affrontato in amichevole il Locarno. Sotto lo sguardo attento di Massimo Moratti, che si è intrattenuto a parlare a lungo con Zanetti, hanno segnato Belfodil su rigore, Olsen e Samuel

Buone notizie sul conto del difensore argentino, come ha sottolineato alla fine pure Mazzarri. «È stato un buon allenamento: 90 minuti importanti nelle gambe di quelli che sinora hanno giocato meno. Abbiamo bisogno di tutti: Samuel inizia a stare bene davvero e pure Mudingayi sta recuperando la migliore condizione fisica». Prima di iniziare a pensare alla prossima partita col Torino il tecnico interista ha voluto tornare per un attimo alla partita con la Roma. «Ho rivisto diverse volte quella sfida: sappiamo tutti come è finita, però abbiamo giocato bene. La strada del gioco e dell'organizzazione, dunque, è quella giusta, ora resta da limitare meglio certe ripartenze degli avversari».