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CorSera: «Questa sera fetta piccola di terzo posto, ma c’è di più…»

Lorenzo Roca

La partita di stasera allo stadio Giuseppe Meazza tra Inter e Sampdoria vale una fetta piccola di terzo posto come ricorda il Corriere della Sera: «La Samp, imbattuta, lo vuole difendere; l’Inter, indietro di quattro punti rispetto ai...

La partita di stasera allo stadio Giuseppe Meazza tra Inter e Sampdoria vale una fetta piccola di terzo posto come ricorda il Corriere della Sera: «La Samp, imbattuta, lo vuole difendere; l’Inter, indietro di quattro punti rispetto ai rivali, lo sta affannosamente inseguendo per rimanere incollata al gruppo selvaggio che guarda all’Europa. Ma c’è di più, c’è Mihajlovic, passato e forse futuro nerazzurro. Walter Mazzarri può incrociare legittimamente le dita, ma è atteso da una partita doppia: vincere per rilanciare la sua squadra e se stesso. Sinisa, sorridente e scarmigliato, è la faccia felice del calcio. A Genova si è ripreso quello che Firenze e la panchina della nazionale serba gli avevano tolto. Alla fine dello scorso novembre Mihajlovic si era insediato al posto di Delio Rossi, guidando ad una salvezza agevole una squadra che pareva avviata al martirio della B. E ora, a cavallo tra l’impeccabile Garrone e l’esagerato Ferrero, è l’uomo del momento. Gonfia il petto Mihajlovic, che nella sua vita ha visto gli orrori della guerra fratricida e non ha certo paura dei 90 minuti di una partita. L’Inter è il suo passato, due anni da giocatore (2004-2006, alla Pinetina si ricordano ancora le sue formidabili punizioni) e due anni da vice Mancini (2006-2008, punto di riferimento nello spogliatoio). La prossima esperienza potrebbe essere quella buona e più appagante. Perché è da quando se n’è andato, che Mihajlovic sogna di tornare. Poteva farlo tra i due anni alla Fiorentina, estate 2011, ma Moratti scelse Gasperini e chissà quante volte se n’è pentito. A giugno potrebbe ripresentarsi l’occasione con Thohir e lui non direbbe di no. Cioè per Mazzarri, finito nel mirino dei tifosi e sotto la lente di ingrandimento della proprietà. Per adesso non si tocca, ma nel calcio le cose cambiano in fretta».