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CorSera – Rinascimento Inter. I nerazzurri sanno ancora vincere…

L’Inter sa ancora vincere lontano da San Siro. Non succedeva dal 3 novembre (3-0 all’Udinese); Palacio (13° gol nella stagione) e Icardi hanno firmato un successo tutto argentino (dopo quattro k.o. in trasferta in campionato) contro la...

Francesco Parrone

L’Inter sa ancora vincere lontano da San Siro. Non succedeva dal 3 novembre (3-0 all’Udinese); Palacio (13° gol nella stagione) e Icardi hanno firmato un successo tutto argentino (dopo quattro k.o. in trasferta in campionato) contro la Fiorentina, che ha dato tutto, ma ha pagato caro le fatiche della semifinale di ritorno di Coppa Italia di martedì scorso e le tante assenze. Al di là degli episodi e di una partita che avrebbe anche potuto finire in pareggio, si è vista però un’Inter rigenerata, nel fisico e nel morale, nemmeno parente di quella che non era riuscita a battere il Catania a San Siro e che a Torino era rimasta in balia della Juve per 70 minuti. L’arrivo di Hernanes, il ritorno di Icardi, la ritrovata capacità di segnare di Palacio (a secco dal 22 dicembre), la qualità di Samuel sono tutti elementi che spiegano l’inversione di tendenza di una squadra, che ora è a 5 punti dal quarto posto.

Che la Fiorentina potesse essere stanca era prevedibile, meno che l’Inter riuscisse subito a prendere in mano la partita con una personalità che non si vedeva da mesi. Montella ha ritoccato appena la squadra di Coppa Italia, ha valutato varie opzioni e alla fine ha scelto di giocare senza attaccanti, puntando su Ilicic e Joaquin; Mazzarri ha preferito confermare la formazione che aveva battuto il Sassuolo, con Hernanes recuperato e Kuzmanovic davanti alla difesa. Il vantaggio di Palacio su azione costruita con pazienza negli ultimi 20 metri e conclusa dall’assist di Guarin, è stato il frutto di una pressione durata tutto il primo tempo, con un palo interno colpito dal Trenza (13’), due buone occasioni capitate a Milito, una palla non ben sfruttata da Nagatomo.

Il merito dell’Inter è stato quello di rimanere sempre corta, compatta, concentrata e di muoversi da squadra, con la Fiorentina che ha molto faticato nel giro palla: troppi giocatori con le gambe appesantite dalla fatica di Coppa Italia e poco propensi a muoversi nello spazio. Compper ci ha provato da lontano, senza trovare opposizione (parata difficoltosa di Handanovic) e Vargas nel recupero (ancora il portiere), ma per i viola il primo tempo è stato tutto in salita, anche perché la squadra davanti è apparsa troppo leggera per mettere in crisi Samuel e i suoi compagni di cordata. La Fiorentina ha cambiato subito passo nella ripresa e ha trovato immediatamente il pareggio, con una conclusione da fuori di Cuadrado, che Handanovic si è fatto passare sotto il corpo. E sulla spinta del gol, ha provato a prendere in mano la partita, in un momento in cui l’Inter è sembrata perdere i riferimenti.

Impressione sbagliata perché i nerazzurri hanno rimesso la testa fuori dal guscio e si sono riportati in avanti, dopo il cambio di Mazzarri, che ha tolto Milito per Icardi. Dieci minuti sono stati sufficienti al n. 9, che non giocava dal derby, per firmare il suo terzo gol in campionato, dopo quelli con Juve e Cagliari: cross da sinistra di Nagatomo, tocco di sinistro e palla in rete. Gol che sarebbe stato da annullare per fuorigioco, ma non si può pretendere che gli assistenti di Braschi notino queste cose, come si è visto anche otto giorni fa su altri campi, abituati come sono ad annullare gol regolari (Nagatomo al Chievo). Hernanes ha rischiato il rigore su Ilicic, Montella ha mandato in campo anche Gomez a metà ripresa (e poi Matri), la Fiorentina ha provato ad assediare l’Inter, che è sempre riuscita a salvarsi in qualche modo, trovando le energie per ripartire e per sfiorare in tre occasioni il terzo gol. È stato Gomez ad avere l’occasione per il 2-2 a 20” dalla fine, ma sul cross di Matri è arrivato in ritardo. Centesimi di secondo.