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CorSera – Ripartenza Inter tra goal e pause. Si ritorna a vincere dopo un mese…

Un mese e tre partite dopo il 2-1 alla Fiorentina, l’Inter ha ritrovato la vittoria e ha scavalcato in classifica il Verona delle meraviglie, che ha pagato in partenza l’emozione di tornare a San Siro, ma che ha chiuso all’attacco,...

Francesco Parrone

Un mese e tre partite dopo il 2-1 alla Fiorentina, l’Inter ha ritrovato la vittoria e ha scavalcato in classifica il Verona delle meraviglie, che ha pagato in partenza l’emozione di tornare a San Siro, ma che ha chiuso all’attacco, dimostrando vivacità e coraggio. Quattro gol, con quattro giocatori diversi segnalano che i nerazzurri per un’ora hanno giocato una grande gara, poi hanno cominciato a perdere qualche colpo, contro una squadra che non si è mai arresa e che ha saputo segnare due gol (18 in nove partite sono tanti). Mazzarri ha confermato che il lavoro di sviluppo prosegue, la squadra sta crescendo, però ha ancora pause e difetti non facili da correggere, compresa la difficoltà a gestire la partita in situazione favorevole, i miglioramenti comunque sono evidenti.

L’Inter svagata di una settimana prima ha lasciato il posto ad un gruppo deciso a giocare una partita di iniziativa e di pressione, che mettesse subito in difficoltà l’avversario, schiacciandolo in area. Il Verona, schierato con un logico 4-5-1, per occupare bene il campo anche in larghezza, si è fatto schiacciare troppo ed è andato sotto dopo 9’, sulla conclusione di Jonathan, deviata da Moras. Un episodio che ha dato nuovi spunti ai nerazzurri, pronti a raddoppiare, con una conclusione da flipper di Palacio al 12’(testa di Rolando, toccato da Guarin): ritmo altissimo, grande pressing, molta intensità e notevole organizzazione sul campo, con movimenti studiati e ristudiati in settimana, secondo codici precisi.

Il Verona ha avuto l’intelligenza di aspettare che il temporale passasse, per affacciarsi negli ultimi venti minuti: prima palla-gol al 25’ (Toni di testa, alto); 2-1 di Martinho, sulla sponda di Toni, con i centrali di difesa messi come peggio sarebbe stato difficile, segno di un notevole calo di attenzione, soprattutto da parte di Juan Jesus, invano sollecitato da Mazzarri. Il tutto trenta secondi dopo che Guarin era riuscito ad offrire il pallone a Palacio, in fuorigioco, quando si era trovato nella condizione migliore per segnare, proprio lui che tira anche dalle distanze impossibili. Il gol di Martinho ha ridato spinta e coraggio al Verona, che ha cambiato atteggiamento, mettendosi a giocare e creando notevoli difficoltà ai nerazzurri.

Una capacità di proporsi in attacco, che non è venuta meno nemmeno quando Cambiasso ha firmato il 3-1 (assist di Palacio, dopo il palo di Nagatomo) e Guarin non è andato lontano del quarto gol. Che è arrivato nella prima parte di ripresa, ancora su angolo, concluso dalla deviazione di Rolando, ancora su tocco di Palacio (11’), dopo l’occasione capitata a Guarin. L’ Inter ha continuato a macinare gioco, fino all’uscita del Trenza, l’unico indispensabile in questa squadra, e sostituito da Belfodil. Senza il numero 8 (ammonito per aver tirato dopo il fischio di Celi per un fuorigioco che non c’era) e con la convinzione di avere già la partita in tasca, i nerazzurri hanno allentato pressione e tensione, si sono allungati e hanno consegnato la partita nelle mani del Verona.  Così è arrivato il secondo gol gialloblù, firmato da Romulo, che poi ha fallito il 4-3, con una conclusione maldestra, mentre Toni è stato fermato per un fallo in attacco che non si è capito, ma con il fischio di Celi, che ha anticipato la conclusione in rete dell’attaccante, stesso metro (discutibile) usato per fermare Belfodil. Mandorlini ha chiuso con un 4-2-4 che ha messo in difficoltà l’Inter, ma, anche grazie agli urlacci di Mazzarri, la squadra ha sofferto un po’ meno, anche se si è mossa senza omogeneità: chi voleva rallentare il gioco (Alvarez) e chi invece cercava solo il 5-2, rischiando la ripartenza (Guarin). Alla fine, insieme alla vittoria nerazzurra sono arrivate le espulsioni di Belfodil e Moras, a partita chiusa, per reciproche testate (non date). Complimenti a entrambi.