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CorSera – Ripartono gli impegni veri. Inter indietro, difesa in affanno…

Francesco Parrone

Toccherà a Cesare Prandelli benedire la stagione che porta in Brasile. Il c.t. apre e chiude i conti con la speranzache sia lui il protagonista al Maracanà nella finale del Mondiale in programma il prossimo 13 luglio. Da oggi, con il...

Toccherà a Cesare Prandelli benedire la stagione che porta in Brasile. Il c.t. apre e chiude i conti con la speranzache sia lui il protagonista al Maracanà nella finale del Mondiale in programma il prossimo 13 luglio. Da oggi, con il radunodegli azzurri al Parco dei Principi a Roma, si fa sul serio. Undici mesi da vivere tutti di un fiato. Senza soste, senza pause, con molte trappole. Mercoledì all’Olimpico Italia-Argentina, in onore di Papa Francesco, accenderà la miccia. Sabato scatterà il terzo turno della Coppa Italia con l’ingresso sulla scena di 12 squadre di serie A tra cui l’Inter; il giorno dopo, ancora all’OlimpicoLazio e Juventus si affronteranno per il primo titolo della stagione: la Supercoppa italiana.

E poi arriverà di corsa l’Europa: il Milan con gli olandesi del Psv Eindhoven nel playoff della Champions League, Fiorentina Udinese rispettivamente contro gli svizzeri del Grasshopper e i ceki dello Slovan Liberec. Il tempo degli esperimenti sta inesorabilmente finendo e lascia in eredità un mare di dubbi. Le amichevoli dell’estate hanno sollevato dubbi e messo in evidenza molte lacune. La Juve deve mettere a punto la nuova coppa d’attacco, Tevez-Llorente, tanto che Conte per la sfida con la Lazio sta meditando di sistemare Vucinic accanto all’Apache. Per i bianconeri l’inizio è in salita: dopo la Supercoppa, due gare complicate di campionato, Sampdoria in trasferta e ancora la Lazio ma in casa. Servirà la squadra reattiva dell’anno scorso.

Il Milan ha in testa soprattutto la qualificazione ai gironi della Champions League: una doppia partita da 30 milioni di euro, che condizionerà anche gli ultimi giorni di mercato. Allegri però è contento: il gruppo cresce e Balotelli è recuperato. Il resto si vedrà. L’Inter, invece, è indietro: sul mercato e nella messa a punto sul campo. Per adesso poche le cose che funzionano e molte quelle che lasciano a desiderare: la difesa è in affanno, manca un filtro a centrocampo, l’attacco non graffia. In America ha perso tre volte, vincendo solo ai rigori con la Juventus. Però fa affidamento sull’energia e sull’entusiasmo di Mazzarri, un grande allenatore, l’uomo in più.

La Fiorentina conta su una squadra forte e sull’entusiasmo dilagante della sua gente (già oltre 20 mila abbonamenti), ma deve fare attenzione alla trappola del playoff di Europa League. Il Grasshopper non è imbattibile però è solido e avanti nella preparazione. Quello della condizione è un problema comune alle squadre italiane. Siamo in ritardo e anche per questo abbiamo rimediato sonori schiaffoni nelle amichevoli internazionali. Il nostro campionato, tra quelli importanti, è l’ultimo a muoversi, anche nell’anno del Mondiale. Ciò significa che Milan Fiorentina affronteranno il doppio scoglio europeo senza partite vere nelle gambe. Un rischio in più. Va meglio all’Udinese, l’unica italiana che ha già affrontato due gare ufficiali, nel preliminare di Europa League.

Un piccolo vantaggio. Si parte forte. Nel giro di tre settimane sarà assegnata la Supercoppa, si delineerà il quadrodell’Europa, si giocheranno due giornate di campionato. Calcio vero inquinato dalle ultime frenetiche manovre del mercato,che chiude alle 23 del 2 settembre. La Juve dovrà cedere MatriQuagliarella e prendere un esterno d’attacco, il Napoli ha bisogno di un difensore e di un vice Higuain, il Milan di una punta e spera di risolvere il tormentone Honda, la Fiorentina deve sciogliere l’enigma del portiere e la questione Ljajic. La Roma cederà uno tra Osvaldo e Borriello, forse anche tutti e due ma Garcia lotterà per bloccare Pjanic. La Lazio ha bisogno di un’alternativa a Klose. L’Inter, sistemata la difesa con Rolando, deve acquistare un esterno (forse due), un centrocampista e magari una punta. Ma non è più il tempo delle parole. È già tempo di esami e servono fatti. In campo e sul mercato.