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Si sta per avverare la profezia lanciata da Alfredo Provenzali, durante una delle ultime puntate di «Tutto il calcio minuto per minuto» da lui condotte: «Anticipa di qua, posticipa e spezzetta anche le briciole, di partite ne sono rimaste quattro, ma andando avanti così arriveremo a giocare il primo tempo di una partita alla domenica e il secondo al lunedì». Il mondo cambia e non è il caso di rimpiangere il passato, quando alla domenica pomeriggio si giocava in contemporanea tutta la serie A e tutta la B. Che il pomeriggio domenicale non godesse di buona salute lo si sa da anni e non è nemmeno una novità il fatto che oggi alle 15 si giochino solo quattro gare. Era già successo, ma mai era capitato che il calendario della Lega escludesse le prime cinque della classifica. Confermati anticipo delle 12.30 (Verona-Catania) e posticipo delle 20.45 (Atalanta-Genoa), la partita con il maggior numero di punti è Torino-Udinese (88), poi Cagliari-Parma (87), Livorno-Lazio (74) e Samp- Chievo (71).
Tutte con una somma di punti inferiore a quelli raccolti dalla sola Juve (90). Le spiegazioni sono tante: le tvassicurano la sopravvivenza dei club; la Juve deve giocare al lunedì, causa Europa League; la santificazione dei due Papi ha portato ad anticipare Roma-Milan a venerdì e per chi non va al mare, c’è sempre l’estero in tv. «Tutto il calcio» ha fatto la storia della radio, dell’informazione e del pallone italiano; continua ad essere un programma molto seguito, anche per la bravura dei suoi radiocronisti e meriterebbe più rispetto anche da parte della Lega. Quella che svuota gli stadi e distrugge la tradizione. Non per soldi, ma per denaro.
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