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CorSera – Solisti e gruppo. L’Inter oggi possiede entrambi e come dice Mancini…

Una squadra completa, un mix di talento e sacrificio, il tutto messo a disposizione di Roberto Mancini che ha il compito (e fino a questo momento il merito) di plagiare nel migliore dei modi. Il risultato che ne consegue dopo quattro giornate di...

Giovanni Montopoli

Una squadra completa, un mix di talento e sacrificio, il tutto messo a disposizione di Roberto Mancini che ha il compito (e fino a questo momento il merito) di plagiare nel migliore dei modi. Il risultato che ne consegue dopo quattro giornate di campionato è sotto gli occhi di tutti. Il precampionato aveva lasciato qualche mugugno, spazzato via a suon di punti in classifica: 12 per la precisione. Questa la sintesi della gara di Verona del Corriere della Sera: “I solisti e il gruppo. L’Inter oggi possiede entrambi e per questo corre sola e veloce a punteggio pieno. Squadra già forte e strutturata, anche se in evidente costruzione, la creatura di Mancini ottiene il massimo mischiando ragione e creatività, muscoli e tecnica, cinismo e una fiducia che cresce di gara in gara. Per questo le avversarie finora non hanno avuto scampo. E per questo, azzardiamo, i nerazzurri saranno protagonisti del campionato fino in fondo: una squadra così concepita sembra fatta apposta per competere per tutto subito. […] Ma intorno ai solisti c’è il gruppo, che rende possibile l’esplosione del talento. Il Chievo — in grande forma, ben allenato da Maran, con idee chiare, corsa e un discreto palleggio — è partito meglio, dinamico, padrone delle palle vaganti. L’Inter — schierata con uomini e modulo del derby a parte Telles per Jesus infortunato — non ha battuto ciglio, inizialmente pure troppo: punte isolate, destra inceppata perché Guarin dev’essere rimasto disperso in un autogrill sulla A4, un po’ meglio la sinistra con Kondogbia Telles, ma in definitiva lo scopo era stare uniti, tenere il ritmo basso, marinare il Chievo nel caldo di mezzogiorno e attendere. L’Inter ha visto Castro provarci di testa, ha rischiato su punizione di Birsa, ha salvato su Meggiorini con un miracoloso Medel. Poi, all’improvviso, ha colpito con cinica nonchalance. […] Un fatto indiscutibile, comunque, è la clamorosa solidità interista, così come lo sono la crescita di Kondogbia e Santon, e la leadership tattica e emotiva di Medel e Melo. Correzioni naturalmente servono presto: una manovra più fluida e, Mancio dixit, «una migliore fase realizzativa». Col lavoro, e magari con lo scongelamento di Ljajic, arriveranno. E allora, forse, sarà il tempo per qualcosa di grande.