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CorSera – Strama fiducioso, è pronto a sorprendere…

Tutti convocati, nessuna certezza. Succede quando si deve preparare il derby n. 281 in due giorni. È il calcio del terzo millennio, quello che piace ai professori della Lega di Serie A, capaci di programmare la sfida fra Inter e Milan, subito...

Francesco Parrone

Tutti convocati, nessuna certezza. Succede quando si deve preparare il derby n. 281 in due giorni. È il calcio del terzo millennio, quello che piace ai professori della Lega di Serie A, capaci di programmare la sfida fra Inter e Milan, subito dopo le partite di Champions League ed Europa League. All’andata (Milan a San Pietroburgo; Inter a Baku) e anche al ritorno, perché è sempre meglio sbagliare due volte invece di una. La neve, annunciata da giorni, difficilmente salverà la partita da questo dilettantismo organizzativo, con le tv (garantiscono la sopravvivenza agli indebitati club di A) che mai avrebbero accettato lo slittamento del derby al lunedì, in coincidenza con altri due posticipi e la serata dei risultati elettorali.

Siccome si deve giocare comunque, Andrea Stramaccioni farà le scelte finali soltanto due ore prima della partita: deve recuperare uno fra Chivu e Ranocchia (uscito a pezzi da Cluj per una distorsione al ginocchio destro; «finora l’ho visto solo orizzontale, vediamo se torna verticale»), perché avere gli uomini contati in difesa contro il Milan del tridente non è il massimo della vita; deve scegliere gli uomini meno affaticati e costruire una squadra che corra, perché ripetendo le gare di Siena e Firenze, arriverebbe un altro accadimento disastroso.

Per questo potrebbe esserci qualche sorpresa, in mezzo al campo e qualche rinuncia dolorosa in avanti (si pensa a Cassano, che ha molto giocato e che può essere un cambio pesante), come ha ipotizzato Stramaccioni, parlando di possibili «esclusioni eccellenti per il bene della squadra», ma di solito annuncia il contrario di quanto farà. Quello che si è capito è che il tecnico, dopo due vittorie nei primi due derby della sua carriera vissuti in panchina (4-2 e 1-0), non è affatto convinto di fare una brutta fine in questa serata gelida, a 50 anni esatti dall’1-1 del 24 febbraio 1963, con il gol di Mazzola dopo 13’’, il più veloce nella storia di Inter-Milan. «I risultati ci dicono che i rossoneri hanno battuto la squadra più forte del mondo, senza farla tirare in porta. Il Milan è in un momento molto positivo; noi non abbiamo avuto continuità nei risultati e abbiamo perso qualche giocatore di troppo. Loro possono essere considerati come favoriti, ma io non la penso così. Il 6 maggio 2012, il Milan si giocava lo scudetto, noi sembravamo le vittime designate e poi in campo abbiamo dato a loro filo da torcere».

Un modo elegante per ricordare che l’Inter aveva vinto 4-2, pur partendo da uno svantaggio in classifica di 22 punti. Stramaccioni si aspetta molto dai tifosi. «Il loro aiuto sarà determinante. Il nostro pubblico ha risposto con i numeri. L’Inter ha più abbonati di tutti; quest’anno abbiamo perso due volte contro l’ultima in classifica e i tifosi non ci hanno mai lasciato. Saranno loro a trascinarci dal primo all’ultimo minuto, qualsiasi sia risultato in campo. Anche i ragazzi sono convinti che il pubblico sarà fondamentale. C’è voglia di fare bene e di capovolgere tutti i giudizi di questi ultimi tempi. Siamo a un punto dal Milan, in semifinale di Coppa Italia e in corsa in Europa League. E io spero di vincere qualcosa».

In cambio si sente di assicurare una squadra con «giocatori che non avranno certo paura di giocare questa partita e che faranno di tutto per vincerla». A dare fiducia è stata la partita di Cluj: «Era importante tornare in campo, dopo la sconfitta di Firenze ed è stato importante aver giocato il primo tempo in modo da chiudere la partita». Di certo il tecnico sa di avere alle spalle tutta la fiducia possibile da parte di Moratti: «Al di là del momento attuale, io cerco sempre di ragionare come se la prossima partita fosse l’ultima; è un modo per chiedere a me stesso il meglio. Le critiche? È giusto che io sia criticato e in discussione quando le cose non vanno bene; il presidente però ha grandissima fiducia in me e io spero di ripagarla. I miei calciatori e il mio presidente sono la mia forza; più di quello che ha fatto e detto il presidente nei momenti difficili, non si poteva dire. Nei momenti di crisi, il Milan ha confermato Allegri, anche quando erano in basso in classifica ma sentir parlare in quel modo il mio presidente e vedere i miei giocatori che ce la mettono tutta è il segnale più bello, il segnale che bisogna solo continuare a lavorare. Io ho le idee chiare, so quello che mi aspetta. E l’unico che decide è Moratti». Che stravede per Strama.