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CorSera – Tra Moratti e Strama 80min di colloquio, si cerca un dirigente…

Francesco Parrone

Siccome il momento è più che delicato, Moratti ha incontrato Stramaccioni, in un faccia a faccia durato 80 minuti, nel quale, come ha spiegato l’allenatore, si è parlato di «progetti e programmi». È possibile che il discorso sia...

Siccome il momento è più che delicato, Moratti ha incontrato Stramaccioni, in un faccia a faccia durato 80 minuti, nel quale, come ha spiegato l’allenatore, si è parlato di «progetti e programmi». È possibile che il discorso sia partito da un’analisi di quanto è accaduto in questa stagione, che si sta chiudendo con l’aritmetica esclusione dell’Inter dalle coppe europee, evento che non capitava da 14 anni, e di quanto si potrà fare nella prossima, per evitare un altro disastro.

Nel giro di due anni solari, si è passati dal secondo posto del 2011, al sesto del 2012 (con doppio preliminare di Europa League, in una stagione iniziata il 2 agosto) all’ottavo provvisorio del 2013. Scivolare al nono, con il Catania che ha già messo la freccia (stasera gioca con il Pescara già retrocesso e chiuderà in casa del Torino; i nerazzurri hanno Genoa in trasferta e Udinese a San Siro), significa essere costretti a partecipare al terzo turno di Coppa Italia. Che non è un dramma, ma nemmeno un bel segnale.

Qualcuno si è meravigliato perché Moratti, uscendo dal suo ufficio, abbia dribblato prima i microfoni che gli stavano per arrivare in faccia e poi le domande, manifestando un notevole e insolito malumore. Ma visto che il pomeriggio era stato dominato dalle questioni nerazzurre, non si capisce bene perché avrebbe dovuto manifestare un’illogica allegria. Anche perché i colloqui passano, ma i problemi restano.

Stramaccioni è uscito sereno e questo ha fatto dire al presidente: «Se è contento, sono felice per lui». Ma vista dalla parte del presidente c’è un allenatore confermatissimo, che più ha certezze per il futuro e più perde le partite; c’è una situazione di squadra complicatissima per le operazioni che dovranno essere fatte in entrata e in uscita; c’è un calo consistente dei ricavi; c’è tutta una problematica relativa agli infortuni, di non facile soluzione; c’è la necessità di ristrutturare la società nella sua interezza.

E mai come ora il presidente, con 18 anni di battaglie sulle spalle, si trova solo ed esposto anche alla contestazione dei tifosi. Si parte dalla decisione di trovare un dirigente, che possa rappresentare l’interfaccia dell’allenatore, come era Oriali ai tempi diMancini e Mourinho. Tutti parlano di Leonardo (che andava tenuto nel 2011), ma chi gli dovrebbe offrire un ingaggio in lineacon la «generosità» del Paris St. Germain? La risposta è semplice. E allora non ci sarebbe da sorprendersi se, a campionatofinito, si verificasse qualche novità. È il calcio.