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CorSera – Vidic sbaglia ma arbitri italiani permalosi. Inter, così non vai in alto

Come quattro anni fa (a Bologna), l’Inter ha iniziato il campionato con uno 0-0, che ne certifica gli stenti offensivi in questa fase della stagione. Ha fatto di più e meglio il Torino, che ha avuto l’occasione per andare in vantaggio dopo 20...

Francesco Parrone

Come quattro anni fa (a Bologna), l’Inter ha iniziato il campionato con uno 0-0, che ne certifica gli stenti offensivi in questa fase della stagione. Ha fatto di più e meglio il Torino, che ha avuto l’occasione per andare in vantaggio dopo 20 minuti, ma a salvare i nerazzurri è stato Samir Handanovic, che ha respinto il rigore calciato (male) da Larrondo. I nerazzurri (in maglia bianca) hanno costruito pochissimo in fase offensiva, dimostrando di essere al momento una squadra non funzionale al gol, tenendo presente che il test con gli islandesi non fa testo. L’idea di partenza è stata quella di puntare sul possesso palla, per arrivare alla conclusione dal limite, ma il progetto si è scontrato con la realtà di una squadra che ha giocato per tutto il primo tempo a ritmi troppo bassi e che ogni volta che ha provato a sfondare si è vista la strada sbarrata dall’organizzazione difensiva degli uomini di Ventura. In più i primi tre calci d’angolo sono stati battuti come peggio non sarebbe stato possibile: tutti rasoterra, tutti in modo approssimativo e questo ha provocato la ripartenza dei granata, che, superato il primo quarto d’ora, hanno avuto l’occasione per andare in vantaggio: intervento di Vidic su Quagliarella, con Doveri che ha fischiato il rigore; Larrondo ha tirato non bene e Handanovic ha deviato in angolo, quattordicesimo rigore parato nelle ultime cinque stagioni in A (l’ultimo era stato a Cassano contro il Parma il 19 aprile), diciotto da quando è in A.

Nemmeno la paura di andare sotto ha dato la scossa all’Inter, che è riuscita a spingere soltanto sulla destra, nel duello vigoroso e atletico fra Jonathan e Darmian, mentre i torinisti, nonostante le esitazioni di Nocerino, sono apparsi energici nei contrasti in ogni parte del campo e certo più concreti degli avversari, che hanno opposto scarsa reattività, poca lucidità e una mancanza di fluidità nello sviluppo dell’azione negli ultimi venti metri, con Hernanes e Kovacic, alle spalle di Icardi, che non hanno mai trovato l’ispirazione per aumentare la pericolosità offensiva, costringendo Icardi a vivere in totale isolamento. Aperta da una conclusione sull’esterno della rete di Larrondo, il copione del match non è cambiato, anche se l’Inter, in ripartenza ha avuto l’unica buona palla della prima ora per Icardi, che però ha fallito l’aggancio in corsa (5’). Il Toro ha intensificato la propria produzione offensiva, avvicinandosi al vantaggio prima con Larrondo e poi con Quagliarella. Con una decisione coraggiosa ai limiti della temerarietà, Mazzarri ha tolto M’Vila e aggiunto un attaccante (Osvaldo), arretrando Hernanes in mezzo al campo nonostante la squadra già ballasse parecchio. Un tentativo di vincere una partita, con una giocata, rimediando alla serata opaca di troppi protagonisti. Osvaldo ha regalato un po’ di vivacità in avanti, con Icardi meno solo, anche se la squadra è rimasta esposta alle ripartenze granata. Padelli è stato costretto a salvare proprio su Osvaldo e sulla ribattuta Gazzi ha rischiato il rigore su Medel, prendendo però la palla. L’Inter ha cercato di sfruttare nell’ultimo quarto d’ora la stanchezza granata, ma non avendo risolto il problema di base (un numero di errori fuori da ogni statistica) ha continuato a soffrire soprattutto quando il Torino si è lanciato sulle corsie esterne. E alla fine è arrivato anche il rosso a Vidic, in una serata per lui da dimenticare (rigore più espulsione): applausi ironici a Doveri. Gli arbitri italiani sono permalosi, ma non si fa. Così come l’Inter non può pensare di arrivare in alto giocando così. Gli applausi al Torino sotto la Maratona sono stati tutti meritati.