Roberto Corsetti, direttore del Centro Medico B&B di Imola e tra i più noti cardiologi italiani dello sport, in un'intervista concessa al Corriere della Sera ha provato ad analizzare il malore occorso a Christian Eriksen nei minuti conclusivi del primo tempo di Danimarca-Finlandia: "Eriksen è vivo per miracolo. Un miracolo reso possibile da un protocollo medico e organizzativo esemplare sul campo, dalla bravura del suo capitano Kjaer, che gli ha spostato la lingua per farlo respirare. Ma anche dalla risposta positiva del suo cuore a massaggio e defibrillazione: non sempre è così, purtroppo. La felicità non deve farci sottovalutare la gravità del fatto: Christian è un resuscitato.
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Cardiologo Corsetti: “Eriksen un resuscitato. Tornare a giocare? Fuori luogo parlarne”
Il centrocampista danese sta meglio dopo il malore accusato sabato: si cerca ora la causa dell'arresto cardiaco
Il primo compito dei colleghi di Copenaghen è stato monitorare il cuore dell'atleta per capire se un altro evento potenzialmente fatale si potesse riprodurre. Ora si avvia la fase 2, quella più delicata: capire cosa l'ha scatenato. Di certo i medici stanno passando al setaccio i tracciati e le immagini per ricostruire una storia elettrica e morfologica del cuore, a caccia di una anche minima aritmia o anomalia nel suo passato. Le cardiopatie congenite più frequenti in grado di provocare aritmie così gravi sono la displasia aritmogena del ventricolo destro, la cardiomiopatia ipertrofica o la sindrome di Brugada. Importante rendersi conto che lo screening medico sportivo può prevenire molto ma non tutto: una coronografia "legge" il cuore in profondità ma non può essere un esame di routine. Se dall'analisi o dalla storia familiare non emergesse nulla, allora ci si concentrerà sulle coronarie o su una eventuale patologia acquisita, spesso causa di questi eventi, come la miocardite.
Sono quasi certo che la causa dell'arresto cardiaco sarà individuata. Ma in questo momento trovo fuori luogo parlare di ritorno alle competizioni: Eriksen è risuscitato dalla morte. Gli auguro di tornare a giocare ma dietro quanto gli è successo c'è una ragione scatenante molto seria e il compito dei medici è di metterlo in condizione di avere una vita lunga e serena".
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