Intervistato da La Stampa, il presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi ha parlato così della situazione Covid in Serie A:
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Corsi: “Avanti finché si può, fermare il campionato sarebbe una rovina. Il protocollo…”
Intervistato da La Stampa, il presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi ha parlato così della situazione Covid in Serie A
«Per adesso si continua finché è possibile, poi vedremo. Naturalmente c'è anche la speranza che, grazie ai vaccini, i contagi possano progressivamente diminuire e la situazione torni sotto controllo».
Fermarsi adesso che cosa vorrebbe dire? Anche il premier Draghi è preoccupato della situazione.
«Il calcio italiano non può farlo, chiudere sarebbe una rovina. Per quest'anno si ipotizzava un rientro economico che in effetti avverrà, ma sarà limitato. Ecco perché dico che vanno trovate delle soluzioni senza arrivare ad una chiusura».
Che cosa pensa invece del nuovo protocollo della Lega, che prevede che si giochi con un minimo di 13 giocatori negativi (tra cui un portiere) pescando magari anche tra i giovani fino ai 2003?
«Queste sono le linee che sono state tracciate: ora si mette in discussione il fatto dei tredici giocatori e che forse è esagerato far giocare 4 o 5 under 20».
Quali sono i rischi?
«Può essere penalizzante per qualcuno. Vedo comunque che le squadre hanno tutte 24-25 elementi e pochi under, a parte l'Empoli. Noto ad ogni modo che ci sono anche club che seguono già questo tipo di indicazione. Il Verona ad esempio è andato a Spezia con 15 giocatori. Il Sassuolo domenica contro il Genoa più o meno aveva lo stesso numero di calciatori».
A voi è capitato?
«Sì, qualcosa di simile nel recente passato: siamo andati a Verona con un organico molto ridotto, in quel caso non per il Covid ma per un'intossicazione che aveva messo ko molti nostri calciatori. Non potevamo intervenire e così siamo andati a giocare, abbiamo perso nei minuti di recupero e siamo tornati a casa».
E mercoledì prossimo invece che cosa si aspetta dalla cabina di regia?
«Semplicemente verranno prese delle decisioni nell'interesse comune».
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