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Corso: “Noi grande gruppo, quella notte battemmo le leggende del calcio”

L’Inter, festeggia oggi il 50° anniversario dalla conquista della prima coppa dei Campioni e lo fa in grande stile, e cioè al 39° piano del palazzo della Regione Lombardia. Presente per l’occasione anche un leader storico di quella squadra,...

Riccardo Fusato

L’Inter, festeggia oggi il 50° anniversario dalla conquista della prima coppa dei Campioni e lo fa in grande stile, e cioè al 39° piano del palazzo della Regione Lombardia. Presente per l’occasione anche un leader storico di quella squadra, Mario Corso. Ecco le sue parole riprese dal sito ufficiale nerazzurro:

Come era la rosa dell'Inter 1963-'64?'Un gruppo compatto. Una squadra che da quell'anno in poi ha vinto tutto e non poteva che essere così: valido, unito e con moltissimi campioni. Il presidente Angelo Mario Moratti, poi, è riuscito ad amalgamare tutto e da lì siamo partiti'.Partiti verso la vittoria della Coppa Campioni. Ripercorriamo quella competizione.'Va detto che allora c'erano solo partite da dentro o fuori. Niente gironi, niente di niente. O vincevi o andavi a casa. Siamo partiti con l'Everton. Abbiamo fatto 0-0 a Liverpool, ma è stato un match tosto. Giocare con le inglesi era sempre così, ti mettevano in difficoltà anche psicologicamente. Al ritorno, però vinciamo in casa 1-0'.E trovate il Monaco.'Andata 1-0 a Milano, il ritorno l'abbiamo giocato a Marsiglia perché il campo del Monaco aveva dei problemi. Vinciamo 3-0 con doppietta di Mazzola e gol di Suarez'.I quarti si giocano a Belgrado.'Ecco, il Partizan: la partita la vinciamo 2-0 con gol di Jair e allo scadere di Mazzola, ma alla fine del match c'è stata un'invasione di campo. Un fuggi fuggi generale con solo Picchi e Guarneri rimasti a fronteggiare la folla. Campo sempre caldissimo quello di Belgrado. Al ritorno segno io e Jair'.In semifinale si va in Germania e lei segna ancora.'Sì, contro il Borussia. La stavamo perdendo e l'abbiamo raddrizzata. È successo tutto nel primo tempo: ha aperto Mazzola, poi due gol di Brungs, poi ho fatto il 2-2. A Milano, invece non c'è stata partita. Volevamo andare in finale e così è stato'.Infine, il trionfo: 3-1 al Real Madrid.'Loro erano una squadra leggendaria anche se un po' in declino, ma avevano comunque un attacco straordinario: Di Stefano, Puskas e tutti gli altri. È una partita che, ovviamente, mi porto dentro, un po' più speciale delle altre. Vincere la Coppa dei Campioni è stato solo l'inizio. Quella Inter, lo ripeto, è stata una squadra davvero unica'.