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CorSport: “Milan e Inter in crisi: possono solo guardare”

Alessandro De Felice

Capita di rado di vedere Milano piegata su se stessa. E’ una città che crede nei suoi valori, convinta (per la storia di cui è da sempre protagonista) che il calcio più importante si giochi sulle rive dei suoi navigli. Succede quest’anno,...

Capita di rado di vedere Milano piegata su se stessa. E’ una città che crede nei suoi valori, convinta (per la storia di cui è da sempre protagonista) che il calcio più importante si giochi sulle rive dei suoi navigli. Succede quest’anno, in una stagione di passaggio, difficoltosa, incerta, una stagione di crisi e di ribaltoni societari. Il Milan dei due corsi, delle due generazioni, una opposta all’altra, per ora incapace di ritrovarsi intorno alla figura di Berlusconi; l’Inter del dopo- Moratti, dell’inquietudine nascente intorno ai progetti del nuovo padrone che si vede ogni tanto e che ora si dice dispiaciuto per il momento della squadra. Immaginare che Milanello e la Pinentina siano così forti da resistere alle intemperie delle case madri è un’illusione.

Il Milan è poca roba se confrontato a Juve, Roma, Napoli e Fiorentina, ma non ha un organico così scadente da esprimere un gioco tanto approssimativo, di scarso spettacolo, e una classifica tanto anemica, a rischio contagio con la zona-salvezza. Il recente 3-0 sull’Atalanta non modifica l’idea di base: è una squadra senza identità, con qualche giocatore di buon livello (oltre a Balotelli), ma priva di un insieme. L’allenatore ha da poco fatto chiarezza su un futuro già chiaro, adesso Allegri può e deve gestire questi cinque mesi che lo dividono dalla separazione sollevando l’animo depresso della squadra.L’Inter ha un organico più o meno dello stesso livello, ma la sua difficoltà attuale è più sorprendente perché fino a un mese fa Mazzarri l’aveva portata oltre i propri limiti, sia come gioco, sia come risultati. Limiti che sono riaffiorati a cavallo di Natale, il gioco si è fermato, la squadra ha perso peso, va in campo senza personalità, aspettando l’errore altrui quando spesso è il suo errore ad aprire la vittoria degli avversari. E’ poco il Milan, è poco l’Inter, entrambe spettatrici di una stagione con altri protagonisti. Per Milano, almeno per ora, non c’è posto.