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Perché ne è così convinto?
—«La seconda stella è un obiettivo dichiarato dal management nerazzurro dall’inizio della stagione. Qualora a un certo punto fossero costretti a scegliere la competizione su cui dirottare le migliori forze punterebbero sul campionato. Né potrebbero permettere al Milan, che pure ambisce alla seconda stella, di vincere lo scudetto, né alla Juve, l’avversaria di sempre».
Non ritiene che sia un vantaggio per la squadra di Allegri avere in primavera settimane sgombre di impegni?
—«Vero, la Juve non ha gare di Champions, però disputerà le due semifinali di Coppa Italia. Piuttosto ritengo che il momento della verità per i bianconeri arriverà in aprile, quando il calendario prevede gli scontri con le big, dal Torino al Milan, alla Roma. Ecco, in quel mese si vedrà il vero valore della Juventus».
Il Milan è tagliato fuori dalla lotta scudetto?
—«Sì ma ha la possibilità di rendere ancora più che positiva la sua stagione vincendo l’Europa League. La prossima rivale in coppa è il Rennes, un’ottima squadra che arriva da sette vittorie consecutive fra Ligue1 e coppa di Francia».
Deluso dal Milan?
—«Ma no, intanto ha acquisito l’abitudine a restare ad alti livelli, dopo aver vinto uno scudetto e aver raggiunto una semifinale di Champions. Ha lo stadio sempre pieno e qualora arrivasse in finale sfido chiunque a non definire brillante la sua stagione. La mentalità vincente si costruisce nelle grandi partite di coppa: se l’Inter non avesse giocato così in fiducia nella finale con il City non sarebbe ripartita con l’autostima che ha mostrato quest’anno».
Calhanoglu ha raggiunto i livelli di Pirlo?
—«Andrea è stato un fuoriclasse, Calha è un campione ma non è ancora un fenomeno. Detto questo, con Rodri è fra i migliori centrocampisti al mondo: ha una capacità di lettura e intercetto incredibili. L’apertura per Dimarco è tra le migliori tre giocate di tutto il campionato».
Quanto pesa Lautaro?
—«È l’attaccante più forte della Serie A per distacco. Prima era scorbutico, ora è diventato anche gentile. Non so se per il peso della fascia da capitano o per la responsabilità da campione del mondo».
Allegri sta facendo miracoli con il materiale umano a disposizione?
—«Ammetto che non amo guardare le partite della Juve né quelle della Roma per il gioco che propongono. Ma ad Allegri va riconosciuta la capacità che ha avuto lo scorso anno di compattare il gruppo in mezzo alle tempeste processuali. Quest’anno con i giovani Max sta facendo un lavoro sensazionale».
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