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Da tifoso del Milan rimpiange il prematuro addio al regista turco?
—"Calha è sbocciato nel nuovo ambiente. Mi viene da pensare a Davids che a Milanello faceva fatica a esprimersi e alla Juve è diventato di livello mondiale. Dopo Rodri, Calhanoglu è il centrocampista più forte in Europa"
La politica dei parametri zero stavolta ha funzionato?
—"Ci ha visto giusto ancora una volta Beppe Marotta. Lo conosco da 25 anni, entrambi arriviamo dalla zona di Varese. Ho grande simpatia per lui che già alla Sampdoria e poi alla Juventus aveva dimostrato le proprie doti. Ma qui ha individuato valori in giocatori che ai più destavano perplessità: penso a Mkhitaryan, ad esempio. Sembrava avesse già mostrato il meglio di sé e invece a Milano risulta spesso tra i migliori. Perciò davanti a Marotta giù il cappello"
Che ruolo attribuisce a Simone Inzaghi in questa impresa?
—"Ricordiamoci che un anno fa veniva criticato e di questi tempi, dopo la sconfitta interna con il Monza, rischiava la panchina. Mi hanno colpito la sicurezza e la calma che ha dimostrato nei momenti difficili. Ci incrociamo da tre decenni: ogni giocatore vorrebbe un tecnico così in grado di trasmettere serenità. Fa stare bene i calciatori"
Lei che ha fatto parte di spogliatoi coesi e vincenti, come giudica il gruppo nerazzurro?
—"Una squadra che ha tale differenza reti, fra gol realizzati e subiti, non può non essere unita. Si ottengono certi risultati solo se ci si aiuta, se ci si prodiga in una corsa in più per aiutare un compagno che è scivolato"
Può aprire un ciclo?
—"La squadra viene trainata dagli italiani. All'epoca del Triplete lo spogliatoio era governato dagli argentini che mostravano personalità e ladership. Adesso toccherà a Barella e agli altri"
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