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Cravero: “Inter, vorrei vedere Lautaro capitano. Inzaghi? Offensivo dire…”

Marco Astori

Le parole dell'ex calciatore: "Secondo me in questo momento l’Atalanta è l’avversario peggiore per tutte. È una squadra che sta bene"

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Roberto Cravero, ex calciatore, ha parlato così in vista di Inter-Atalanta di questa sera: «Secondo me in questo momento l’Atalanta è l’avversario peggiore per tutte. È una squadra che sta bene e che non subisce mai le giocate degli altri. Magari può anche perdere Gasperini, ma mette sempre in campo la sua idea di calcio: questo mi piace di Gian Piero».

Domenica c’è il derby: un problema in più per Inzaghi?

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«Ormai gli allenatori, escludendo Spalletti, stanno pensando a qualificarsi per la Champions perché a oggi è impensabile credere di poter raggiungere il Napoli, anche se poi nel calcio di tsunami clamorosi se ne sono visti. Detto questo, la priorità per tutti è tutelare o blindare la posizione Champions: se partiamo da questo presupposto, Inzaghi dovrebbe dare più importanza al derby dove i punti valgono doppio; mentre Gasperini ha una partita un po’ più abbordabile ma non facile in casa dal Sassuolo. Al di là di tutto, stasera bisogna giocarsela perché questa gara ti apre le porte a una semifinale e ti avvicina alla possibilità di vincere un trofeo molto importante».

Lautaro a Cremona ha tenuto in piedi l’Inter: in cosa può ancora migliorare?

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«Lui va per i 26 anni e migliorerà ancora nell’esperienza e nel vissuto, però in questo momento è al top. Inoltre, il fatto che sia diventato campione del mondo gli ha cambiato totalmente mentalità: ora è un giocatore che sa di non dover dimostrare più niente e gioca anche con la mente libera».

I tifosi lo vorrebbero capitano: sarebbe una buona idea dargli la fascia andando oltre all’anzianità?

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«A me piacerebbe vederlo capitano perché lui ha sempre avuto comportamenti e atteggiamenti positivi verso il mondo Inter. E spero anche che lui apprezzi questo fatto perché essere capitano dell’Inter è un onore».

Per l’Inter pesa più l’assenza di Brozovic o il fatto che Lukaku non sia mai stato il vero Lukaku?

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«Analizzando la questione a 360° direi Lukaku: per l’ingaggio che prende e per l’attesa che c’era dopo il suo ritorno. La fortuna dell’Inter è che Dzeko non lo abbia fatto rimpiangere: questo ha fatto passare in secondo piano il fatto che il belga non abbia rispettato quanto ci aspettavamo tutti da lui. Per quanto riguarda Brozovic, io pensavo fosse determinante, poi Simone grazie alla sua visione ha inventato Calhanoglu in quel ruolo».

Perché la considera una “visione”?

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«Perché in regia il turco non ci ha mai giocato, neanche in Bundesliga. Inzaghi l’ha messo lì e ha fatto un capolavoro, una vera genialata».

A proposito: è riduttivo pensare a Inzaghi solo come un allenatore da Coppe?

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«Non è riduttivo: è offensivo. Perché Simone ormai è un allenatore completo».

Perché Gasperini con l’Inter non ha funzionato?

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«Lui forse voleva cambiare troppo in un momento in cui non c’era un’apertura mentale. Si voleva portare avanti un progetto che partiva dal top, ovvero il Triplete, invece lui voleva portare dei cambiamenti, non solo nella difesa a tre ma probabilmente anche nei metodi di allenamento e non ha avuto il tempo per farlo. Quanto accaduto all’Inter però non ha penalizzato Gasperini, ma l’ha reso ancora più forte perché Gian Piero ha avuto il coraggio comunque di portare in un contesto del genere delle idee nuove. Non sono state accettate, ma questo non è colpa di nessuno: nel calcio, a volte, succede. Le strade con l’Inter si sono separate, ma Gasperini è sempre lì. Ed è sempre al top».

Stasera sono attesi oltre cinquantamila spettatori a San Siro: lei come si pone sull’idea di abbattere questa icona del calcio mondiale?

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«Non può farmi questa domanda... Quando entro a San Siro ho una marea di ricordi e sono assolutamente contro l’abbattimento: vedere il Meazza dal campo è fantastico».

È ancora un fattore per chi ci entra la prima volta?

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«Quando è tutto esaurito sì: quel muro di gente è impressionante e fa tremare le gambe».