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Dunque lei sceglierebbe Zirkzee?
«Non ho detto questo, però anche la faccenda anagrafica ha la sua importanza. Zirkzee è un giocatore che garantisce un futuro, Lukaku mi sembra una soluzione più adatta all’immediato. In soldoni: l’olandese ha notevoli margini di crescita, mentre le qualità di Lukaku le conosciamo da parecchi anni. Si fa presto a dire: mi serve un centravanti. Ma poi bisogna vedere che tipo di centravanti, non sono tutti uguali. Io non ero mica simile a Batistuta, tanto per andare sul personale. E difatti potevamo convivere e abbiamo giocato assieme in Nazionale».
Nel Milan che sta nascendo vedrebbe meglio Zirkzee o Lukaku?
«Il Milan ha bisogno di gol subito, di buttarla dentro. Il pubblico di San Siro non ha tempo per aspettare, e questo è un aspetto importante. Zirkzee ha disputato un’ottima stagione con il Bologna, segnando 11 gol. Lukaku non è stato brillantissimo nell’ultimo campionato, però se ha le motivazioni giuste e se è preparato bene dal punto di vista fisico può essere una garanzia. Zirkzee è giovane, come potrebbe reggere l’impatto con San Siro? Credetemi, ve lo dice uno che ha provato sulla sua pelle quell’emozione: giocare in quello stadio non è come giocare da altre parti. Zirkzee è stato molto bravo finora, ma a Bologna. E Bologna non è Milano. Lukaku è più abituato a grandi palcoscenici, ha un’esperienza internazionale consolidata».
Con il belga il gioco sarebbe più verticale.
«Non c’è dubbio. Lui attacca la profondità: se è in forma, con due passaggi si arriva in porta perché è un armadio che si trascina dietro i difensori».
Con Zirkzee, invece, si vedrebbe un Milan più portato al palleggio.
«Proprio così. Direi un Milan votato al tiqui-taca, al fraseggio in mezzo al campo. Però mi sembra che il calcio europeo stia andando verso una maggiore verticalizzazione della manovra, come insegna il Real Madrid del mio maestro Ancelotti».
In conclusione, Zirkzee o Lukaku?
«Per il Milan di oggi, forse Lukaku è più adatto».
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