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Oltre al calendario, che rispetto alla Roma sembra più favorevole, l'Inter, per sperare di arrivare al terzo posto, potrebbe aggrapparsi ad altri due fattori: le tensioni alla Roma e a Roberto Mancini. La squadra giallorossa infatti sembra da un lato in frenata, dopo la grande rimonta, due punti in due gare, contro Bologna e Atalanta, avversari molto abbordabili. In più è riesplosa la grana del lungo addio di Totti. Spalletti, nello spogliatoio di Bergamo, ha maltrattato il gruppo come a suo tempo Mourinho fece con l’Inter: «Sono dieci anni che fate figure di m...». Situazioni simili di solito non contemplano mezze misure: la Roma ripartirà forte oppure si incarterà ancora di più. Domani, con Roma-Torino, la prima risposta.
Infine, occhio al fattore Mancini; qui siamo ai confini della cabala e cioè il senso di Mancini per le rimonte. Da giocatore lo scudetto con la Lazio nel 2000, risalendo da meno nove a otto turni dalla fine. Da allenatore la Premier League conquistata col Manchester City nel 2012, vincendo all’ultimo respiro dell’ultima partita e mangiando otto punti in sei giornate allo United. Mancini fa rima con zona Cesarini.
(Gazzetta dello Sport)
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