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Domani sera l'Inter sarà di scena all'Olimpico contro la Roma, sfida molto importante per la rincorsa al terzo posto. Sul match di domani sera si è soffermato un grande ex di entrambe le formazioni: Cristiano Zanetti. Ecco le sue dichiarazioni a Cm.com: "La Roma è in ottima condizione, sta facendo molto bene e gioca un ottimo calcio. L'Inter però penso che possa metterla in difficoltà, ha le armi per far male. Sarà una partita equilibrata e importante in ottica terzo posto".
Che ricordi ha di Roma e Inter?
"Lo scudetto alla Roma è uno ricordi più belli della mia carriera. Ce ne sono anche altri, come aver giocato il Mondiale e l'Europeo con la Nazionale. Il 5 maggio è un argomento chiuso per me. Nel calcio ci sono successi e delusioni, ho avuto episodi non fortunati come quello, ma anche come l'arbitro Moreno in Corea o il tacco di Ibrahimovic che ci ha eliminato dall'Europeo. Certamente quell'Inter avrebbe meritato di più, ma era arrivata comunque fino a lì per giocarsela e non è da tutti".
Alla Roma è stato allenato da Capello, sarebbe il ct giusto per la Nazionale?
"Capello sarebbe l'ideale per la Nazionale, può vincere qualcosa di importante. Sarebbe l'ultimo tassello che manca alla sua grande carriera. Sarebbe l'uomo giusto. Secondo me anche Giampiero Ventura può essere la scelta giusta, spero che gli capiti un'occasione importante perché lo merita, un po' come è successo a Sarri quest'anno con il Napoli. Ho avuto tanti allenatori importantissimi come lo stesso Capello, Lippi, Mancini, Zaccheroni, Cuper e Mihajlovic, sono stati tutti preziosi per me".
Ha giocato con Totti nei suoi anni migliori; è il migliore con cui ha giocato?
"E' difficile da dire, ho giocato con tanti campioni di livello assoluto, come Ronaldo, Baggio e Del Piero. Lui fa parte di quella nicchia lì, di quei giocatori importanti, quelli più forti. Francesco poi è stato legato alla Roma, questo è un merito in più".
Perché non ha mai provato un'esperienza all'estero?
"Ho avuto tante richieste, tante offerte dall'estero. Però mi piaceva tornare a casa, giocando ogni tre giorni altrimenti sarebbe stato difficile. Il campionato italiano era al top d'Europa, c'erano campioni come Ronaldo. Tutti volevano giocare in Serie A".
Quanto conta per un allenatore essere stato un ex giocatore?
"Aiuta tanto: non solo per la gestione dello spogliatoio, ma anche delle situazioni in campo, proprio nello stare in campo. Con Vecchi e Boscaglia, da come parlano di calcio, non si nota la differenza. Stefano ha avuto anche l'umilità di tornare ad allenare i giovani, nell'Inter Primavera si vede la sua mano, gioca veramente bene. Possono diventare due allenatori importanti, non a caso hanno preso anche la lode a Coverciano. Anche Stellone ha fatto il corso con me, è molto preparato e sta facendo bene al Frosinone".
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