Già si scatenano le curve, ma davvero non è questo il punto. Qui bisogna stabilire se, d’ora in avanti, si potrà offendere qualcuno sottovoce, oppure dare del negro a un avversario coprendosi la bocca, invece di sciacquarsela. Il caso Acerbi/Juan Jesus può essere un grave precedente di ipocrisia: è mai possibile che nessuno abbia sentito niente? Omertà o distrazione? Il tema è delicatissimo, e non si dica “sono cose che rimangono in campo”: la partita è tra civiltà e barbarie. Il calcio è abituato a insabbiare, la giustizia sportiva è ondivaga, troppo spesso frettolosa, ma stavolta non c’era il chiodo dove appendere il quadro, oppure qualcuno l’ha staccato dal muro. All’estero rideranno di noi. Chissà cosa ne pensa il papà di un compagno di squadra di Acerbi. Si chiama Lilian Thuram".
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