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Una squadra magnifica e un campione fantastico, per il quale bisognerebbe chiedere la tutela dell’Unesco e una prolunga degli aggettivi, o forse una macchina per produrne di nuovi. La Roma e Totti, Totti e la Roma, stavolta sono loro i più belli del reame e il campionato lo grida, se prima lo sussurrava. La Roma dei secondi tempi? Come no: in una quarantina di minuti ne segna tre all’Inter di Mazzarri, mica di Stramaccioni, e tutti a casa. Il primo, vero scontro diretto dei giallorossi, qui dove la Juventus rischiò di perdere, dice che l’inizio del campionato ha un padrone, non per caso e non di passaggio.
La Roma vince sempre, è una macchina perfetta, azzanna se aggredita e soffoca se attesa, non offre punti di riferimento, non ha attaccanti di ruolo (Totti è assai più di questo, lui è una specie di universo), è diventata una diga a centrocampo e una muraglia cinese in difesa, ha una sorta di Bruno Conti nero (Gervinho, anche se il fallo del rigore era fuori area) e sembra divertirsi prima del pubblico, più del pubblico. Il suo gioco è allegria serena, pura leggerezza insieme a una sostanza granitica. Da anni non si ammirava una cosa del genere: peccato che Juve-Roma arrivi tardissimo, nel giorno della Befana, sarebbe bello vedere subito le due grandi che si guardano negli occhi.
Anche perché, se stasera la Juve non batte il Milan, gli occhi della Roma si allontanano parecchio. Assurdo parlare di fuga adesso, ma di poderoso scatto sì, come quando il grimpeur strattona gli altri sulla prima, vera salita, per vedere l’effetto che fa, e quanto si allungano le lingue degli avversari. In compenso, dopo la sosta ci sarà Roma-Napoli, o forse Napoli-Roma per quella ingarbugliata faccenda delle manifestazioni nella Capitale e dell’ordine pubblico, con possibile inversione del campo. Roba gustosa. Sette vittorie consecutive sono già la trama del romanzo, non possono mentire. E l’Inter non è affatto una banda del buco, anzi. Roma impressionante, Totti smisurato come raramente sapeva esserlo persino da giovane. Il suo triplo colpo nell’azione del gol di Florenzi (controllo, palleggio, tocco d’esterno) è il gesto più luminoso in una sera piena di cose da ricordare. A questo punto, chiediamo scusa in anticipo per l’avvio del tormentone: ma questo Totti non può non essere tra i probabili azzurri, non può non pensare ai mondiali, anche se siamo solo a ottobre. Non c’entra soltanto la Roma, perché lui è una miniera d’oro e appartiene a chi ama lo sport. Totti è di tutti.
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