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Cruz: “Ibrahimovic e Mihajlovic legatissimi all’Inter”. E sul futuro dello svedese rivela: “Si parla…”

L'intervista de' La Gazzetta dello Sport all'ex attaccante dell'Inter

Alessandro De Felice

"Milan? Bologna? In Argentina parlano di lui per il Boca...". Ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante di Bologna e Inter Julio Cruz, parla del futuro di Zlatan Ibrahimovic, suo compagno di squadra in nerazzurro.

Oltre al Milan e a tutte le altre, Bologna e il Bologna ci stanno credendo al richiamo d’amicizia di Sinisa Mihajlovic...

"Devo dire che per tutto quello che ha fatto e sta facendo e vivendo, per la forza che ha nel combattere la malattia cercando di stare vicino alla propria squadra in un modo o nell’altro e quando può, beh, Sinisa meriterebbe alla grande di poter essere scelto da Ibrahimovic. E Ibra a Bologna non starebbe bene: starebbe assolutamente alla grande, diverrebbe un altro re della città".

Lei e Ibra avete giocato assieme nell’Inter per tre anni: nei primi due c’era anche Sinisa Mihajlovic vice-Mancio. Bel trio...

"Belle squadre, più che altro. Ibra era fantastico: io e lui ci siamo sempre trovati bene, in campo e fuori. Mi rispettava, lo rispettavo: ed è la cosa che mi ha portato ad apprezzarlo di più. Un anno abbiamo fatto molti gol insieme, poi ci trovavamo bene perché... alla stessa altezza, lui alto due metri e io uno e novanta. Con lui mi sono divertito molto".

Ibra e Sinisa erano così legati in quell’Inter?

"Sì, molto: se uno non conosce Mihajlovic, quando ti guarda con quegli occhi che pare ti voglia sbranare da un momento all’altro, pensa a un uomo che mette paura. Invece no: è un uomo leale, che ti aiuta se ne hai bisogno, sempre. Ha valori forti e una famiglia bellissima. Se l’ho sentito? Non ultimamente ma gli ho mandato alcuni messaggi; Arianna e mia moglie, poi, si sono telefonate diverse volte".

Dica: chiunque abbraccerà Ibrahimovic, che tipo si deve aspettare veramente?

"Io e lui scherzavamo spesso fuori dal campo. Sa cosa mi chiedeva? Consigli sui vini, anche se so che non beveva affatto e non credo abbia cambiato abitudini".

L’Ibra di tutti i giorni è?

"Lo ami comunque: perché è a modo suo, perché magari perde il pallone e non lo insegue, perché ha quello sguardo di sfida costante e magari anche lui sembra volerti sbranare come Mihajlovic, ma ti fa vincere".

Oggi ha trentotto anni...

"Magari ha smussato certe sue spigolosità, chissà... E credo che se dovesse arrivare a Bologna finirebbe in una città bellissima con gente competente capace di incendiarsi davanti a uno come lui. Oltretutto il Bologna è una squadra alla quale Sinisa ha dato un’identità precisa, può fare un ottimo campionato e credo lo farà, a prescindere dagli stop avuti e dalla difficoltà del momento. Per Ibra, e per come è lui, sarebbe una bella sfida".

Lo chiediamo a tutti: cosa sta insegnando Sinisa al mondo?

"È il senso del combattere per quel che si ha: perché il suo lavoro gli piace, perché sa farlo, perché sta bene con la sua squadra, perché vuole viverla anche da lontano traendone forza, risorse, energia. E tutto questo lo ha fatto anche alla luce del sole. Un esempio".

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