"Milan? Bologna? In Argentina parlano di lui per il Boca...". Ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante di Bologna e Inter Julio Cruz, parla del futuro di Zlatan Ibrahimovic, suo compagno di squadra in nerazzurro.
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Cruz: “Ibrahimovic e Mihajlovic legatissimi all’Inter”. E sul futuro dello svedese rivela: “Si parla…”
L'intervista de' La Gazzetta dello Sport all'ex attaccante dell'Inter
Oltre al Milan e a tutte le altre, Bologna e il Bologna ci stanno credendo al richiamo d’amicizia di Sinisa Mihajlovic...
"Devo dire che per tutto quello che ha fatto e sta facendo e vivendo, per la forza che ha nel combattere la malattia cercando di stare vicino alla propria squadra in un modo o nell’altro e quando può, beh, Sinisa meriterebbe alla grande di poter essere scelto da Ibrahimovic. E Ibra a Bologna non starebbe bene: starebbe assolutamente alla grande, diverrebbe un altro re della città".
Lei e Ibra avete giocato assieme nell’Inter per tre anni: nei primi due c’era anche Sinisa Mihajlovic vice-Mancio. Bel trio...
"Belle squadre, più che altro. Ibra era fantastico: io e lui ci siamo sempre trovati bene, in campo e fuori. Mi rispettava, lo rispettavo: ed è la cosa che mi ha portato ad apprezzarlo di più. Un anno abbiamo fatto molti gol insieme, poi ci trovavamo bene perché... alla stessa altezza, lui alto due metri e io uno e novanta. Con lui mi sono divertito molto".
Ibra e Sinisa erano così legati in quell’Inter?
"Sì, molto: se uno non conosce Mihajlovic, quando ti guarda con quegli occhi che pare ti voglia sbranare da un momento all’altro, pensa a un uomo che mette paura. Invece no: è un uomo leale, che ti aiuta se ne hai bisogno, sempre. Ha valori forti e una famiglia bellissima. Se l’ho sentito? Non ultimamente ma gli ho mandato alcuni messaggi; Arianna e mia moglie, poi, si sono telefonate diverse volte".
Dica: chiunque abbraccerà Ibrahimovic, che tipo si deve aspettare veramente?
"Io e lui scherzavamo spesso fuori dal campo. Sa cosa mi chiedeva? Consigli sui vini, anche se so che non beveva affatto e non credo abbia cambiato abitudini".
L’Ibra di tutti i giorni è?
"Lo ami comunque: perché è a modo suo, perché magari perde il pallone e non lo insegue, perché ha quello sguardo di sfida costante e magari anche lui sembra volerti sbranare come Mihajlovic, ma ti fa vincere".
Oggi ha trentotto anni...
"Magari ha smussato certe sue spigolosità, chissà... E credo che se dovesse arrivare a Bologna finirebbe in una città bellissima con gente competente capace di incendiarsi davanti a uno come lui. Oltretutto il Bologna è una squadra alla quale Sinisa ha dato un’identità precisa, può fare un ottimo campionato e credo lo farà, a prescindere dagli stop avuti e dalla difficoltà del momento. Per Ibra, e per come è lui, sarebbe una bella sfida".
Lo chiediamo a tutti: cosa sta insegnando Sinisa al mondo?
"È il senso del combattere per quel che si ha: perché il suo lavoro gli piace, perché sa farlo, perché sta bene con la sua squadra, perché vuole viverla anche da lontano traendone forza, risorse, energia. E tutto questo lo ha fatto anche alla luce del sole. Un esempio".
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