Toni Di Salvo, ct della Germania Under 21, intervistato dalla Gazzetta dello Sport ha visto crescere Yann Bisseck
Toni Di Salvo, ct della Germania Under 21, intervistato dalla Gazzetta dello Sport ha visto crescere Yann Bisseck. Il difensore, decisivo a Bologna, è in netta crescita: "Bisseck veniva da un paio di infortuni e aveva deciso di ricominciare dalla Superligaen. Stava facendo bene, così gli telefonai: ‘Non so se riuscirò a darti spazio, ma mi piacerebbe averti con noi’. La sua squadra gli aveva dato dei giorni di permesso per far visita alla famiglia, che non vedeva da tempo a causa del Covid. Annullò tutto e mostrò disponibilità totale".
Cosa le disse?
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"Fu chiaro: ‘Mister, io ci sono pure se non mi fai giocare un secondo’. Mi impressionò il suo atteggiamento positivo, non capita spesso di ricevere risposte del genere in queste situazioni. Conosceva già diversi compagni ed entrò presto in sintonia con tutti. Ha la capacità di unire i vari gruppetti che di solito si formano negli spogliatoi, non a caso gli consegnai la fascia da capitano".
C’è anche lui tra i protagonisti dell’Inter. Cosa pensa del suo momento?
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"Anche se non ha più l’età per l’Under 21 continuo a seguirlo in Serie A e sta facendo molto bene, l’Inter è una grande occasione e la sta sfruttando. Ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, ma pian piano sta dimostrando le sue qualità. Pochi mesi fa è accaduto lo stesso a Thiaw con il Milan, dopo una fase iniziale di ambientamento si è preso il giusto spazio".
Trova analogie tra le loro esperienze?
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"Non è facile trasferirsi in un campionato duro come la Serie A. Bisseck giocava in Danimarca, Thiaw in seconda serie tedesca. Si tratta di tornei meno competitivi e in cui c’è poca pressione, la differenza rispetto all’Italia è evidente e bisogna fare i conti anche con la lingua. Quando il Milan acquistò Thiaw, nel 2022, parlai con Maldini e Massara, al tempo dirigenti del club, e mi spiegarono la differenza culturale. Da voi i giovani hanno bisogno di oltre un anno per essere considerati pronti, mentre all’estero è diverso. Yann Aurel e Malick si sono adattati invece con grande velocità".