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Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, il radiocronista Riccardo Cucchi racconta quella che sarà la sua ultima partita dalla tribuna stampa prima di andare in pensione
"L’Inter le farà una sorpresa…
«Me l’hanno detto. Non me l’aspettavo, è commovente. Per la prima volta calpesterò l’erba di San Siro...».
"Com’è arrivato a Radio Rai?
«Per concorso, il capo della commissione d’esame era Sergio Zavoli. Da piccolo giocavo a fare le radiocronache con le figurine, che ho ancora, fingendo di essere Sandro Ciotti: sapevo tutto dei calciatori e superai la prova. Mi mandarono a Campobasso a farmi le ossa, era il 1979».
"Prima radiocronaca?
«Campobasso-Fiorentina di Coppa Italia, 1982: Ezio Luzzi aveva la febbre. Poi feci un corso per affiancare Ciotti e Ameri, maestri straordinari. Segnavo i calci d’angolo per riferirli a loro e stavo zitto, sperando di non sbagliare il conto».
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"La gaffe?
«Negli anni Ottanta Allegri giocava nel Pescara, numero 7. C’è un rigore. Non ho dubbi: quello sul dischetto è Allegri. “Pescara in vantaggio, rete di Allegri!”, grido, ma era un altro. Non ci dormii per due notti».
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