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Dacourt: “Inter dominante, ma Roma speciale. Thuram? Non avete ancora visto niente”

Olivier Dacourt, Italia
L'ex centrocampista francese, un passato sia in nerazzurro che in giallorosso, ha parlato del match di domenica
Fabio Alampi Redattore 

Olivier Dacourt, ex centrocampista francese di Roma e Inter, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ha parlato del match in programma domenica sera all'Olimpico: "I nerazzurri sono più forti, ma la Roma è speciale. Ti può sempre sorprendere. Chi la decide? Dico Thuram, il mio figlioccio".roma

Domenica c'è Roma-Inter. Come la vede?

"L'Inter è fortissima. Io l'ho seguita sia in campionato che in Champions, sono dominanti. Ma non lo dico da oggi io eh, saranno almeno due anni che è così. Inzaghi sta facendo un lavoro straordinario. Sulla Roma che dire… c'è un po' di confusione, ma guai a dare i giallorossi per spacciati. Possono sorprenderti da un momento all'altro".


Dacourt: “Inter dominante, ma Roma speciale. Thuram? Non avete ancora visto niente”- immagine 2

Pensa che Cassano e Balotelli siano i due più grandi rimpianti del calcio italiano?

"Ho giocato con entrambi e posso dirvi che avevano un talento fuori dal mondo. Ma non bisogna confondere le aspettative che noi ci creiamo su di loro, dai loro obiettivi personali. Potevano diventare i più forti del mondo, è vero, ma bisogna anche dire che non sono stati aiutati. Non c'era nessuno che gli dicesse cosa fare, pensando al loro bene. Ai nostri tempi era diverso. L'esempio più lampante in questo senso è Adriano".

Ci spieghi meglio.

"Ho visto Adriano nel momento peggiore della sua vita. Noi dell'Inter gli siamo stati vicino, con Zanetti e tutta la squadra, ma non c'è stato niente da fare. La scomparsa di suo padre è stata una cosa troppo dura da sopportare. E allora non era come adesso dove, per fortuna, c'è attenzione all'aspetto mentale. Quando giocavamo noi non era contemplato che si potesse stare male, che si potesse soffrire d'ansia o di attacchi di panico".

Anche dell'Inter ha tanti ricordi?

"Tantissimi. I trofei, le cene, le vittorie. Ci è mancata solo un po' di mentalità europea. L'hanno ottenuta quando sono andato via io (ride)… Ma eravamo un grande gruppo, con Ibra leader. Anche qui una miriade di scherzi e risate".

È vero che dopo la vittoria del suo primo scudetto nel 2007, in spogliatoio cantavano una canzoncina per lei?

"Questa fa ridere. Noi eravamo primi e io continuavo a dire che avrei voluto segnare un gol in pallonetto. Ci ho provato contro la Reggina, ma la palla è finita alta sopra la recinzione oltre la porta. Mi hanno preso in giro per settimane. E quando hanno fatto la canzone per lo scudetto c'era una strofa sul pallonetto di Olivier".

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A mettere un punto sulla sua esperienza all'Inter fu Mourinho.

"In estate mi aveva fatto presente che non rientravo nei suoi piani. Non mi voleva. Io gli dissi che avrei provato a fargli cambiare idea. Lo ammiravo tantissimo. Era uno in grado di farti sentire il più forte del mondo, di convincerti che potessi superare i tuoi limiti. Ma non mi vedeva proprio. Così dopo sei mesi scelsi di andare al Fulham in Premier League".

L'Italia però le è rimasta nel cuore. Chi le piace oggi in Serie A?

"Il Milan ha Leao che è super, ma l'Inter ha Lautaro e Thuram. Io Marcus l'ho visto nascere, Lilian è uno dei miei migliori amici e vi dico che… non avete visto ancora niente. È uno in grado di spaccare le partite. Ha tutto quello che serve per diventare tra i più grandi al mondo".

E per lo scudetto chi vede favorita?

"L'Inter parte sicuramente un passo avanti alle altre. Ma attenzione alla Juve di Thiago Motta, è un grande lavoratore e una persona vera. Non mollerà fino alla fine. Se devo però puntare una fiche, dico i nerazzurri di Inzaghi e Marcus".

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