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Dal vangelo secondo Raiola: “Ibra-Roma? impossibile. Balo-Juve? Hanno detto no”

Il noto procuratore di calcio, Mino Raiola, agente di giocatori importanti tra cui Ibrahimovic e Balotelli, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’Io Sport, ha fatto il punto della situazione legato ai suoi due assistiti e non solo: “...

Riccardo Fusato

Il noto procuratore di calcio, Mino Raiola, agente di giocatori importanti tra cui Ibrahimovic e Balotelli, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’Io Sport, ha fatto il punto della situazione legato ai suoi due assistiti e non solo: “ Ibrahimovic può tornare in Italia? Con lui prendiamo le cose un anno alla volta, dipende dalle sue volontà e dalla sua forza. Ha contratto di un anno e mezzo con il Psg ed è assolutamente incedibile. La Roma interessata? Con tutto il rispetto non se lo può permettere.

Balotelli? Non sta facendo bene ma deve rimanere tranquillo e lavorare, nessuno discute le sue qualità e io non sono preoccupato.

Balotelli alla Juve? Io ho una regola che durante il mercato non ne parlo, ma Marotta ha smentito e quello è.Non si parla più della sua vita privata, e questo mi fa piacere, ma della sua vita sportiva. Ha avuto un infortunio, è stato fermo diverse settimane e finché non si è al 100% non si può giudicare.

Tanti giocatori cambiano squadra, ma è difficile andare all'estero e inserirsi subito. Il problema in Italia non è la mancanza di soldi ma di idee. È un calcio che non si è ancora trasformato da un sistema che poteva comprare a un sistema che deve creare. I grandi talenti ci sono ma è difficile farli emergere. Sono dieci anni che predico senza essere ascoltato:  nessun continente è fortunato nell'avere più o meno talento ma è una questione di strutture: chi ha più strutture ha più capacità di produrre e far emergere questi talenti. L'Olanda ne è un esempio ma ci sono anche la Germania, la Spagna.

In Italia non si riesce a preparare un giovane per l'esordio, servirebbero professori e insegnanti per i giovani. Una volta c'era l'appeal del campionato più forte, ma ora non ci sono più grandi stelle. Ma soprattutto ci sono stadi vuoti o mezzi vuoti, la qualità degli stadi fa vergognare e ai grandi giocatori non piace questa atmosfera. E poi, mentre in Europa e nel mondo si gioca un calcio per vincere, un modello più offensivo, in Italia si continua a giocare un calcio per non perdere".