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Dall’Inghilterra: infortuni? Tutta una questione di DNA…

Alessandro De Felice

Forse lo staff medico nerazzurro farà bene a darsi una letta al Sundey Times, testata giornalistica di primo livello in Inghilterra, che lascia argomenti più impegnati per gettare un occhio sul calcio, o eglio sulla medicina in questo sport. Un...

Forse lo staff medico nerazzurro farà bene a darsi una letta al Sundey Times, testata giornalistica di primo livello in Inghilterra, che lascia argomenti più impegnati per gettare un occhio sul calcio, o eglio sulla medicina in questo sport.

Un Università inglese, si legge, avrebbe condotto studi genetici commisionati da un club inglese alla ricerca delle ragioni per cui certi giocatori si infortunano più di altri e avrebbe scoperto che ciò dipende da anomalie interne alla mappatura genetica.Attraverso l'esame del  DNA di alcuni giocatori si sarebbe riscontrata l'esistenza di alcuni geni che favorirebbero il presentarsi di specifici lesioni o infiammazioni, vedasi le tendinite, e che dunque rendono i calciatori più propensi all'infortunio.

Tale ricerca scentifica condotta tra gli altri dal dott. Nicola Maffulli, primario di ortopedia e traumatologia della Queen Mary University di Londra, aprirebbe nuove prospettive nel mondo del calcio e della selezione genetica di futuri campioni; infatti le società avrebbero un metodo per prevenire l'acquisto di giocatori troppo predisposti ad infortuni, puntando sulla creazione di squadre "geneticamente sane" e quindi più portate a gestire i ritmi del calcio moderno senza ricorrere in continui infortuni e ricadute.

Tremano i vari Milito, Motta e Sneijder, membri fissi dell'infermeria nerazzurra... Che sia arrivata l'era dei "supercalciatori"?