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In Germania potrebbe avvenire una piccola-grande rivoluzione: i calciatori potrebbero essere ritenuti lavoratori a tutti gli effetti ed obbligare i propri datori di lavoro ad un contratto a tempo indeterminato.
No, non è uno scherzo ed avete letto decisamente bene. Il caso è stato sollevato da Heinz Muller, portiere tedesco attualmente svincolato, ma che fino al giugno 2014 è stato tesserato dal Mainz 05, formazione di Bundesliga. Il calciatore fu vincolato con un classico contratto da professionista nel 2009, stipulando con la società tedesca un triennale prolungato poi ulteriori due anni alla naturale scadenza, quindi dal 2012 al 2014. Giunti a scadenza, con Muller ormai lanciato verso i 36 anni, il club di Magonza ha deciso di cambaire registro ed offrire ad un baldo 21enne il posto dell'attempato ex portiere, ma Muller non ha gradito ed ha portato il suo ex club in tribunale, ritenendo di poter ambire ad un posto a tempo indeterminato all'interno della società.
Sorpresa delle sorprese, la giustizia tedesca (contrariamente ad ogni previsione) ha deciso - in primo appello - di dargli ragione. Il perché è presto spiegato: I calciatori, seppur professionisti, sono da considerarsi lavoratori a tutti gli effetti e dopo due anni di collaborazione continuativa verso la stessa società, hanno diritto ad un contratto di assunzione a tempo indeterminato. Il presidente del Mainz si è detto ovviamente contrario a tale sentenza e si appresta a fare ricorso nelle altre sedi previste: si attendono sviluppi.
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