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Dalla Palma (CdS): “Lukaku fa un altro sport: rispetto a Icardi ha due doti in più”

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Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, il giornalista Alberto Dalla Palma ha tessuto le lodi di Romelu Lukaku

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, il giornalista Alberto Dalla Palma ha tessuto le lodi di Romelu Lukaku, sempre più decisivo per l'Inter:

"A nove partite dalla fine, è difficile pensare che l’Inter possa perdere questo scudetto, su cui ha messo le mani (Handanovic), la testa (Lukaku) e i piedi (Lautaro) battendo anche il Sassuolo. Decima vittoria consecutiva, 11 punti di vantaggio su Milan, in caduta libera soprattutto a San Siro, 12 su Pirlo e 13 sull’Atalanta: facendo due conti, da qui alla fine, ai nerazzurri saranno sufficienti cinque vittorie e un pareggio per arrivare primi e interrompere non solo la clamorosa sequenza della Juve ma anche un’astinenza che dura dall’indigestione firmata da Mourinho. A quota 87, vincendole tutte, potrebbe arrivare solo il Milan, che però verrebbe penalizzato dall’esito degli scontri diretti: lo scudetto, in sintesi, può perderlo solo l’Inter, che potrebbe aver messo il timbro decisivo proprio ieri, contro il Sassuolo, trascinata da un Lukaku che sembra fare un altro sport rispetto a tutti gli altri".

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Lukaku e Lautaro

"Irresistibile di testa, inafferrabile negli spazi aperti, raffinato quando si mette al servizio di Lautaro: gol e assist anche contro il Sassuolo, su questo campionato c’è proprio la firma di Romelu, che Conte ha preteso a tutti i costi nonostante avesse già Icardi. Il tecnico sapeva che il belga gli avrebbe dato qualcosa in più rispetto all’argentino: il cuore e la dedizione alla causa. Troppo concentrato su se stesso, Maurito, per partecipare al gioco di squadra come Lukaku, spesso dietro la linea della palla anche contro il Sassuolo: quando ha capito che De Zerbi aveva alzato il ritmo dopo aver avuto il settanta per cento di possesso, il belga, con Lautaro, si è sacrificato con l’orgoglio e l’umiltà di un campione senza confini. E nel finale ha anche inventato altre due palle gol grazie alla sua prepotenza atletica, nei due casi non supportata dall’abilità dei compagni".

Gol ma non solo

"Lukaku ha segnato 21 gol, Lautaro 15: su una delle coppie più forti d’Europa, Conte ha ricostruito la stagione dopo aver perso per strada la Champions e l’Europa League arrivando ultimo nel suo girone. Spettacolo poco, a meno che i successi non vengano interpretati come spettacolo: nel senso che chi vince ha sempre ragione. Anche ieri l’Inter ha lasciato il pallone (o il pallino) agli avversari, consegnandosi al palleggio del Sassuolo e aspettando il momento giusto, nel pieno rispetto di un copione imparato a memoria. Se lasci spazi ai contropiedisti nerazzurri, non hai scampo: De Zerbi ci è cascato dopo il vantaggio di Lukaku e, soprattutto, dopo il raddoppio di Lautaro proprio in un rovesciamento di campo nato da un sospetto fallo da rigore di De Vrij su Raspadori. Ma per questo titolo, Conte non guarderà in faccia nessuno: gli interessa il risultato finale, cioè lo scudetto, ai complimenti aveva rinunciato da quando aveva aperto il ciclo della Juve che proprio lui sta per chiudere. C’è, forse, qualcosa di meglio di una rivincita del genere?".

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