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"Partita di una noia da depressione calcistica, per fortuna Eriksen si è svegliato dalla ronfata generale con un colpo improvviso dei suoi che ha dato un significato al suo arrivo in nerazzurro e al tabellino di questa trasferta interista". Così Tony Damascelli definisce nel suo editoriale su Tuttosport la sfida d'andata tra Ludogorets e Inter nei sedicesimi di Europa League.
"La prestazione dell’Inter è stata in linea con il livello degli avversari, roba modestissima per non dire mediocre ma detto questo l’Inter non è riuscita ad esprimersi come vorrebbe il suo allenatore, il quale, avendo capito, dopo minuti cinque, come sarebbe stato il giro del fumo in campo, non si è nemmeno agitato come sa e usa fare ma è rimasto ai bordi, scuotendo ogni tanto il capo dinanzi alla pochezza di un football che è tutto tranne che europeo".
Poi Damascelli analizza la prestazione dei singoli: "Eriksen, giocando nel 3 5 2 è un lusso inutile e controproducente, va impiegato a ridosso delle punte altrimenti passeggia e si limita ad una circolazione di palla scontata e stucchevole. Il danese ha calcio potente, dunque va utilizzato ai massimi nei venticinque metri finali, sempre che le due punte non siano egoiste. Lautaro Martinez sta attraversando un momento di nervosismo, gioca sporco e poco pratico, ha preso una ammonizione che gli farà saltare il ritorno, meglio per Conte che lo avrà fresco a Torino. Sanchez ha, come sempre, pirlato per se stesso, con un colpo di tacco ha cercato il gol da calcio a cinque, non altro".
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