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Damascelli: “Fischi a Donnarumma e all’inno spagnolo? Vergogna, mi aspetto che Gravina…”

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Intervenuto sulle colonne de il Giornale, Tony Damascelli ha criticato aspramente i fischi a Donnarumma e all'inno spagnolo

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de il Giornale, Tony Damascelli ha criticato aspramente i fischi a Donnarumma e all'inno spagnolo:

"Il nostro meraviglioso pubblico. Una vergogna. Fischi a ricoprire gli spagnoli, fischi per Donnarumma. La ciurma di San Siro si fa riconoscere dall’Europa, dobbiamo richiudere gli stadi, perché il calcio non può dare accesso a queste canaglie che nulla hanno a che fare con lo sport e pure con la vita. Stadio non pieno, secondo regole, la tribuna autorità esibisce le solite facce di bronzo e affini, visti sorrisi e abbracci cortigiani attorno a Ceferin, tutta roba nostrana da Gravina alla Christillin pronti alle riverenze con chi ha insultato un presidente italiano. Lo stadio è caldo ma di un calore tossico, ogni pallone dalle parti di Donnarumma diventa velenoso e avvelenato, Gigio ascolta, soffre, trema, balla, sbanda, i rancori di mercato si trascinano in nazionale, legittimati striscioni volgari, il distanziamento è mentale, di qua un popolo che ama il football, di là gentaglia facilmente riconoscibile ma mai riconosciuta".

"Gli strilli razzisti di Firenze fanno parte di questo repertorio, i berci di Bergamo contro lo “zingaro” Vlahovic non hanno avuto uguale tam tam, il lockdown non è servito a pulire teste malate, l’ìnno spagnolo non ha testo ma i cori e i fischi insultanti di San Siro hanno provveduto a riempire di rifiuti la marcia reale. Che senso ha onorare il titolo europeo con uno spettacolo così indecoroso? Mi attendo un intervento del Gravina di cui sopra, imbarazzato da tale scempio, San Siro ospiterà domenica la finale di questa Nations League, ripetere l’oscenità sarebbe imperdonabile. L’Uefa dovrebbe avere il coraggio di dirottare l’evento altrove ma qui siamo nell’utopia. La Spagna ha saputo reagire con il football sul campo. Il resto sono fischi al vento".

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