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Tra le pagine dell'edizione odierna di Tuttosport, Tony Damascelli, noto giornalista, ha espresso il suo pensiero in vista della finale di Europa League tra Inter e Siviglia di questa sera: "Non si può vivere di rendita. Il football non vive più del proprio passato, la nostalgia è preziosa ma servono i fatti, dunque i risultati, dunque le vittorie. E l’Inter ha deciso di mettere da parte la memoria antica, vecchia di dieci anni, quella trionfale del cosiddetto triplete, una invenzione giornalistica che non ha alcun riconoscimento ufficiale ma che serve per gonfiare il petto e far rosicare gli avversari. Dunque l’Inter e la finale, tutta sua, italiana perché riporta il nostro calcio in testa alle notizie, perché c’è un allenatore, criticato e criticabile, che ha fatto l’impossibile per spolverare l’ambiente nerazzurro e ora lo offre lucido, brillante come avrebbe dovuto essere in questi anni di smarrimento, dovuto all’uscita di scena di Massimo Moratti. Ora il gruppo cinese sa di poter riportare l’Inter, non soltanto nelle promesse elettorali e pubblicitarie, al livello che le compete, un livello INTERNAZIONALE.
L’Europa League non è un attaccapanni rispetto alla corona regale della Champions, è un torneo che garantisce denari e onori, il Siviglia, avversario, ne è la conferma, frequenta con assiduità questa Coppa e la vince anche, con il timore, tuttavia, che stavolta non sarà come le altre, perché l’Inter è di nuovo squadra, come la intende il suo allenatore. Non so quello che potrà accadere dopo, se ci sarà un divorzio o una soluzione diplomatica, so, invece, quello che dovrà accadere questa sera, non può essere un tradimento, non può essere un ridimensionamento, perché l’ultima Inter è roba seria, girano gambe e testa, c’è fame, c’è voglia, insomma ci sono tutti quegli ingredienti per giocare la finale, attesa dieci anni dal popolo nerazzurro ma impegno preciso dell’allenatore salentino, pronto a esibire il suo primo trofeo di caccia, per lui un debutto sulla scena internazionale dopo le affermazioni “casalinghe” in Italia e in Inghilterra. Questo è il solo dubbio, c’è attesa, c’è fermento. Si giochi, dunque".
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