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Intervenuto sulle colonne de il Giornale, Tony Damascelli ha commentato così lo screzio tra Lukaku e Donnarumma in Belgio-Italia:
"Una cosa, piccola, breve ma una cosa è opportuna dirla e scriverla su Lukaku Romelu. Che sia un grande attaccante, che abbia portato l’Inter al titolo, che rappresenti la testimonianza del riscatto di una razza umiliata, sfruttata e repressa anche, ma usa un po’ troppo le mani, non per aiutarsi nelle sue prodezze di goleador e nemmeno per divincolarsi dall’avversario ma perché prima chiude la mano a pugno, inginocchiandosi, dunque manifestando la propria appartenenza ideologica e poi, realizzato il rigore, che si è messo a fare il Lukaku belga di cui sopra? Ha preso il pallone, come usano i bambini insolenti, ha portato il dito indice in verticale vicino al naso e ha zittito Gigio Donnarumma. Per un rigore! Per un calcio di rigore anche dubbio se non fasullo! Dice il suo ufficio legale-giornalistico che il centravanti abbia voluto rispondere alla provocazione del portiere che prima gli aveva appunto ricordato che il fallo di Di Lorenzo era inesistente e che comunque lui, il Gigio, avrebbe parato il tiro".
"Dunque Lukaku è uno che non va stuzzicato, ogni tanto gli va di offrire esempio di rispetto nei confronti di un rivale, comportamento che si era già rivelato nei confronti di Zlatan Ibrahimovic, altro gentiluomo dei prati di football, con insulti e minacce omicide assieme. A differenza di quello che canta De Gregori, è dai particolari che si giudica un calciatore e Lukaku Romelu è uscito dall’europeo, sconfitto dall’Italia e da quel dito indice che, alla fine, ha zittito lui e i suoi colleghi. Anzi compagni".
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