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Lungo editoriale di Tony Damascellisulle colonne de il Giornale. Tema del giorno, la reazione dell'Inter dopo il rigore non concesso da Piccinini in Inter-Parma:
"In assenza di Lukaku non è presente l’Inter. Giocate confuse come confuse sono le scelte dell’allenatore che appartiene al club di coloro i quali si ritengono più importanti dei calciatori. Ne è venuto fuori un minestrone senza sapore, è mancata la profondità del belga e, assieme, la sua potenza e prepotenza fisica, hanno alzato polvere gli altri là davanti, Perisic ha almeno acciuffato un pari modesto ma Lautaro Martinez potrebbe diventare un caso, l’argentino è un toro con troppe banderillas addosso e calcia in modo sbilenco e nervoso, alle sue spalle molto caos e le solite distrazioni difensive che hanno consentite i due gol di Gervinho. In contemporanea il Real Madrid, prossimo avversario di Champions League, ne ha fatti quattro per ribadire il primato nella Liga. L’Inter è ferma a quattro pareggi su otto impegni di stagione, segnale di nebbia dentro una squadra che gioca sempre con foga eccessiva, tiene palla, tira il doppio se non il triplo dell’avversario ma senza il fosforo necessario che sarebbe utile anche nella fase difensiva".
FUTURO - "Il punto contro il Parma non consegna serenità considerate le prossime due trasferte, martedì a Madrid e domenica a Bergamo, prima della sosta che porterà via i nazionali in ogni dove d’Europa e del mondo. Marotta ha preannunciato proteste in tal senso, i club sono contrari a liberare i loro giocatori in una situazione di emergenza, tra calendario e covid ma è il conto che si paga quando si investe in figure internazionali e poi si ritiene di tenerli prigionieri in Italia. Restano i dubbi sul potenziale dell’Inter e sul risultato del campo, restano i dubbi sulle scelte dell’allenatore e i suoi nuovi lamenti, restano i dubbi su un gioco che dipende da Lukaku non avendo altre soluzioni intelligenti".
RIGORE - "Sul rigore evidente non concesso in favore dell’Inter ribadisco che il Var è una delle grande fake del calcio cosiddetto moderno, sta intossicando il gioco, lo spirito di questo sport, riguarda tutte le squadre, tutti i campionati. Ma Ifab, Fifa, Uefa hanno scelto di gestire il potere e non la giustizia del football. Post scriptum: le parole di Marotta sull’arbitraggio, nel dopo partita, sono conseguenza delle sollecitazioni dall’allenatore. Non è da grande club, non è da grande dirigente quale è Beppe Marotta".
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