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Damascelli: “San Siro? Le ruspe vadano altrove. Allora cambiamo i nomi dei santi e La Scala”

Il giornalista contro la demolizione di San Siro

Marco Macca

Fra coloro che in queste ore si sono schierati contro la possibile demolizione di San Siro anche il giornalista Tony Damascelli, che su Il Giornale ha scritto:

"... Lo stadio va abbattuto, così come va cancellato il nome del campione di Ambrosiana Inter e Milano. Non è un insulto. Non è una provocazione. E’ semplicemente violenza, anzi, come direbbe Diego Abatantuono, viuuulenza. L’idea o proposta, messa in circolo da figure e figuri non meglio identificati, è un gesto volgare contro la storia della città, delle due squadre, Inter e Milan, dell’intera narrazione che individua nello stadio milanese, definito anche la Scala del calcio, il simbolo di un’epoca grandiosa, a livello nazionale e internazionale. San Siro come il Duomo, la Madonnina, come il tempio della lirica, come l’Arco della Pace, non soltanto uno stadio per il pallone ma il teatro dei sogni e delle imprese, il luogo di culto laico per qualunque atleta che aspiri a diventare calciatore e campione, gloriosa stazione di passaggio anche per gli avversari (...). Il Meazza San Siro non può, non deve essere demolito. Vadano altrove le ruspe, i caterpillar, gli architetti e gli ingegneri, scavino a Rho o a Segrate, aprano i loro cantieri in zone impreviste ma si tengano alla larga dal monumento che può essere utilizzato, come già avviene, per altri eventi, religiosi, di spettacolo. Perché, allora, non costruire una nuova Scala? Perché non edificare un altro Duomo con una nuova e sfavillante Madonnina collegata in wi-fi con San Pietro e il Vaticano? Perché non cambiare nome anche alla città? A questo punto potrei proporre anche l’abolizione del 9 dicembre, giorno dedicato a San Siro, vescovo di Pavia. Si cambi la data o si cambi il nome del santo".

(Fonte: Il Giornale)

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