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"Dalla sua parte è passato in pianta stabile Kramaric, più insidioso con la palla nei piedi perché è uno che punta l’uomo, e soprattutto perché a centro area è arrivato il peso di Budimir, costringendo la difesa a scalate diverse. Una di queste è risultata fatale: cross da destra di Sucic a rientrare verso la porta, e guizzo maligno di Budimir proprio in anticipo su Darmian, e il miracolo di Donnarumma non è bastato perché Modric ha ribadito in rete".
"La necessità ha portato Spalletti ad alzare il baricentro: dentro Chiesa, Di Lorenzo arretrato nel terzetto. E Darmian? Dove lo metti sta. Valigia in mano, ha traslocato a sinistra al posto di Dimarco, come sembrava che dovesse già fare dall’inizio perché il compagno interista pareva non pienamente recuperato alla vigilia. La duttilità è un pregio, ma Darmian non ha la stessa qualità offensiva di Dimarco, si sapeva. E purtroppo si è visto in almeno due occasioni, che purtroppo sono capitate sulla sinistra quando il titolare mancino era già uscito. Un cross troppo morbido dopo un filtrante di Chiesa, soprattutto un sinistro timidissimo su palla morbida arrivata dal centro e ricevuta in solitudine in area. Nella disperazione del risultato da riagguantare, Darmian ha lasciato il posto nel finale a Mattia Zaccagni, un attaccante vero a sinistra. E proprio da sinistra è arrivato il colpo che svolta - per il momento - l’Europeo azzurro, con un colpo a giro che - almeno quello - non rientra nella valigia degli attrezzi di Darmian", spiega Gazzetta.
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