Contro il Lecce, Darmian ha disputato un'ottima partita e non solo per il gol. Al momento sta vincendo il ballottaggio con Dumfries
"Matteo Darmian ha una visione darwiniana del pallone: chi si adatta, sopravvive. Ha afferrato il concetto con tutte e due le mani e se l’è appiccato sulla schiena. Un’intuizione vincente che l’ha portato ad arpionare la seconda stella con i nerazzurri, a centrare l’Europeo a 34 anni e a regalarsi il primo gol della stagione di fronte a 70 mila interisti". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito all'importanza di Darmian nello scacchiere di Inzaghi, sia quando parte titolare sia quando subentra.
"Darmian è stato un centrale promettente, un terzino di talento, un predestinato da Premier League e il jolly di Van Gaal. Ora si diverte a fare "il quinto". L’esterno a tutta fascia che non perde mai la calma. Anzi, forse solo in famiglia: "Colpa di mia moglie. Scherzi a parte, cerco sempre di essere tranquillo. A volte dovrei essere più cattivo, ma il non esserlo fa parte del mio carattere". Matteo è uno che ragiona. Uno riflessivo. Non ruba l’occhio, non si prende la scena, ma c’è. E sabato ha punto il Lecce con un colpo di testa preciso finito sotto al sette. Nel 2020 ha scelto l’Inter dopo un’annata da titolare a Parma. Il Tardini l’aveva accolto dopo due stagioni ombrose a Manchester. Lui ha ripreso a correre in silenzio, a testa bassa, guadagnandosi l’Inter. Antonio Conte l’ha sempre considerato un titolare aggiunto, mentre Inzaghi gli ha fatto fare un po’ di tutto, dal braccetto all’esterno. La parola chiave che più gli si addice ha cinque lettere: jolly", prosegue poi la Rosea.