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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico del Parma D'Aversa ha parlato della stagione appena conclusa e della vittoria a San Siro con l'Inter:
A chi s’ispira come tecnico?
«Quando giocavo ho cercato di rubare i segreti a tanti tecnici: dal punto di vista umano ho appreso molto da Gigi Radice e da Gigi Simoni. Sul piano tattico ho ammirato il Milan di Capello: ha vinto tanto e non aveva a disposizione Van Basten».
Lei è un sergente di ferro o un amico con i suoi giocatori?
«Cerco di adattarmi agli uomini che devo guidare. A Lanciano avevo una squadra di soldati che mi avrebbero seguito anche nel fuoco. Qui a Parma, senza snaturarmi, ho ammorbidito il carattere. Se hai a che fare con giocatori di personalità come Gervinho, Bruno Alves o Inglese, prima di imporre le tue idee, devi spiegarle».
Il momento più bello del campionato appena finito?
«La vittoria a San Siro contro l’Inter. Quel giorno mi sono sentito un allenatore di A».
E il momento più brutto?
«I venti minuti finali contro la Spal in casa: vincevamo 2-0, abbiamo perso 3-2. Quella sconfitta ha compromesso il resto del cammino. È da quegli errori che si deve ripartire».
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