00:27 min

ultimora

De Biasi: “Italia-Albania importante ma non decisiva. Asllani forte ma Barella…”

Matteo Pifferi Redattore 
"Chi indossa la maglia deve ricordarsi chi l’ha fatto prima di lui. Noi siamo quelli dei quattro Mondiali, dei due Europei", ha detto De Biasi

Intervistato da Tuttosport, l'ex CT dell'Albania Gianni De Biasi ha parlato così del match che vedrà l'Italia impegnata stasera agli Europei proprio contro la selezione albanese:

«Io sono italiano però capite bene che anche l’Albania è nel mio cuore. Ho contribuito a far crescere il calcio di quella Nazionale, la qualificazione agli Europei di otto anni fa ha dato un’identità, ha creato un mercato e non a caso da lì in avanti tanti calciatori albanesi hanno trovato spazio in squadre importante, se ci sono dieci elementi nella Nazionale di Sylvinho che giocano nel campionato italiano vorrà pur dire qualcosa».

Dov’è la chiave questa sera? In mezzo al campo l’Albania potrebbe fare densità e mettere in difficoltà gli azzurri?

«Non penso proprio si metteranno a cinque in mezzo, credo giocheranno col 4-2-3-1. I due mediani, Ramadani e Asllani sono forti, ma Jorginho e Barella lo sono di più. Asani è un esterno pericoloso, che in Nazionale fa spesso bene, ma che nel suo club non gioca molto. Il suo duello con Dimarco sarà molto interessante, attenzione a farlo rientrare sul sinistro».

Partita già decisiva?

«Decisiva no, importante si. Con le tre gare, la prima e l’ultima sono determinanti, a maggior ragione nel girone dell’Italia, che la prossima giocherà contro la Spagna. Non bisogna fare calcoli, altrimenti rischi di fare la nostra fine in Francia quando siamo usciti con una vittoria e due sconfitte di misura mentre il Portogallo è passato con tre pareggi. Sono sicuro che Spalletti non farà calcoli. E’ lui il vero fuoriclasse di questa Nazionale».


Non teme che il ct abbia avuto poco tempo per lavorare su questa squadra?

«Quella è l’unica vera incognita, ma è comunque arrivato nel momento giusto. Lui è un artigiano del calcio, che sa mettere le cose a posto e dare una bella botta quando serve».

Lei è mai stato vicino ad allenare l’Italia?

«Certo, nel 2016 sono andato a un centimetro. Avevo appena portato l’Albania all’Europeo, mica un’impresa da poco».

E poi cosa è successo?

«Hanno preferito Giampiero Ventura. Ci avevo creduto, sarebbe stato uno splendido completamento della mia carriera dopo una decina di esperienze tra i club. Peccato».

Spalletti nella conferenza stampa della vigilia ha parlato di “giganti ed eroi”. Ha enfatizzato?

«Ma no, ha fatto bene. Chi indossa la maglia deve ricordarsi chi l’ha fatto prima di lui. Noi siamo quelli dei quattro Mondiali, dei due Europei, siamo detentori in carica di questa manifestazione. Il primo presupposto per mettere la maglia dell’Italia è rendersi conto di essere dei privilegiati nel poterlo fare».

Era più forte la sua Albania o questa?

«Io non avevo un numero elevato di giocatori che militavano in Italia, Premier League e Bundesliga. Sylvinho ha giocatori con una maggior esperienza e caratura internazionale».